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La Serie A ferma fino al 3 aprile, Gravina: "Non dare scudetto è mortificante"

Il calcio si ferma ma spera che il gioco non si fermi qui. L’auspicio di poter finire il campionato, espresso da Gabriele Gravina, arriva al termine del consiglio Figc che ratifica uno storico stop a tutto il calcio italiano fino al 3 aprile. C'è la piena consapevolezza di una crisi senza precedenti, ma rassegnarsi all’idea di un campionato sospeso è impossibile. Anche a costo di inventarsi inediti play off scudetto a quattro, o far pressione sull'Uefa per rinvii di Euro 2020.

L’Italia si blinda in casa e spera che in un mese l’emergenza coronavirus allenti la sua morsa; il calcio fa lo stesso, e prova a immaginare cosa succederà se dal 4 aprile si potesse ripartire. Mentre anche Spagna e Francia chiudono le porte dei loro campionati e l’Uefa affronta l’emergenza, la Federcalcio riunita in conference call prova a guardare avanti. Su quale sarà la soluzione per salvare la stagione, se si uscirà dalla quarantena nazionale, deciderà un nuovo consiglio, il 23 marzo

. Quattro le ipotesi: se non ci sarà spazio per recuperare le giornate saltate, mancata assegnazione dello scudetto («sarebbe una mortificazione sportiva», ammette Gravina) o congelamento della classifica al momento dello stop definitivo (probabilmente la scelta più dolorosa e rischiosa). Se invece si riprendesse dal 4 aprile, assicurano dal consiglio, spazio per finire ci sarebbe.

«Abbiamo già individuato le finestre per il recupero delle due giornate saltate, con lo slittamento del campionato», dice Gravina, che alla Lega di A indica di considerare il 31 maggio, e non più il 24, l’eventuale termine della stagione. Si dovrebbe nel caso giocare mercoledì e domenica, a prescindere dalle coppe europee. L’Uefa ordina lo stop ai campionati tra 15 e 20 giorni prima di Euro 2020; ma ora che anche Spagna e Francia si avvicinano al punto di non ritorno, i contatti già avviati con Nyon per maggior flessibilità sulle date potrebbe avere il supporto delle federazioni di Madrid e di Berlino. Intanto, Gravina parlerà col governo per sostenere la richiesta ("già avanzata, e accolta con grande disponibilità dal ministro Spadafora") di inserire anche l’azienda calcio nel decreto di agevolazioni contributive e fiscali.

I club di A invece si riuniranno per valutare l’impatto economico dello stop e rispondere alla richiesta dei calciatori di non allenarsi. La paura di contrarre il contagio non è passata con lo stop alle partite, e la confusione è ancora tanta. La Roma non sa ancora se potrà partire per Siviglia ("che senso ha fermarsi in A e giocare in Europa League?», dice Fonseca), il Getafe tratta con l'Uefa per un 'corridoiò di viaggio verso Milano che gli consenta poi il ritorno. Fiorentina, Cagliari e Milan hanno sospeso gli allenamenti, la Juve ha cominciato la preparazione per il Lione. «Stiamo a casa, e tutto si risolverà», twitta l'interista Candreva. Che per paradosso ancora non sa con certezza cosa dovrà fare giovedì, giorni della partita col Getafe.

(ANSA)

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