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Sannino si prende il Catania: «Battiamo la paura»

CATANIA. Giuseppe Sannino, ritorno in Sicilia. Oggi rossazzurro, l'altro ieri rosa. Il nuovo tecnico del Catania non nasconde di avere un ricordo brutto in uno stadio bellissimo. «Entrai al Massimino con la B mostrata in faccia a me e alla squadra del Palermo che allenavo. Non ci credo ai corsi e ai ricorsi storici, ma adesso ci siamo noi in cadetteria e il Palermo in A. Ho ricordi belli di Palermo, che mi ha dato, tolto e ridato ma adesso sono a Catania. Voglio lasciare il segno, come ho fatto a Palermo. Sono un allenatore atipico - sottolinea Sannino, nel suo esordio nella sala convegni di Torre del Grifo - Ho lasciato il Watford dopo quattro vittorie e a un punto dalla prima, ma volevo ritrovare il piacere di allenare e mi sono dimesso. Ho lasciato tanti soldi lì, ma anche a Palermo...»
L'onore delle armi a Maurizio Pellegrino, che ha lavorato tanto, un incoraggiamento ai suoi nuovi ragazzi, molti dei quali sono rimasti perché volevano riscattarsi dopo una stagione negativa. «Ma in serie B non contano i nomi, ma la fame. Contro il Catania tutti giocano per fare la partita della vita, sanno di trovare calciatori importanti che sono stati in A per tanti anni, mentre noi affronteremo avversari sconosciuti, ma motivati. Non c'è da fare la rivoluzione, ma da dare fiducia ai ragazzi. Li ho trovati abbattuti, ma è normale: sono uomini e non robot. Voglio undici animali, adesso: si vince se si riesce a sopraffare l'avversario e, soprattutto, se si riesce ad essere concreti, a buttare la palla in rete».


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