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Spalletti e l'Italia al tappeto: «Oggi non siamo in grado di fare più di questo, in futuro bisognerà cambiare»

Il ct adesso farà il punto con Gravina. «La responsabilità è sempre dell’allenatore, le scelte le ho fatte io. Parlerò con il presidente e sentiremo»

Un’Italia ancora senza futuro, tra limiti e debolezze, va via da Euro 24 con l’amarezza di non aver mai cominciato davvero il suo torneo da campioni d’Europa e la consapevolezza di dovere cominciare da capo per tornare all’altezza della sua storia. È l’analisi impietosa del dopo partita disegnato da un Luciano Spalletti affranto, pronto a prendersi le responsabilità ma già con la voglia di cambiare per costruire un futuro tutto nuovo: «Ci sono mancati il ritmo, la freschezza, che fanno sempre la differenza. Stasera ho cambiato dei giocatori ma in questo momento - ammette il ct azzurro dopo il brutto ko con la Svizzera - non siamo in grado di fare più di questo. Quel gol a inizio del secondo tempo ci ha tagliato le gambe, siamo stati poco incisivi, il ritmo ha fatto la differenza, il loro era più alto nel primo tempo. Anche nelle individualità: c’era un passo differente tra le coppie. Molti non sono stati continui a pressare, a rosicchiare centimetri».

L’eliminazione dall’Europeo, e ancor più il modo in cui è arrivata, rischia di provocare un nuovo tsunami sul calcio italiano, che viene da due mondiali mancati e da un ciclo negativo di lunga portata, con l’eccezione dell’Europeo vinto nel 2021. L’ultima grande debacle di questa portata datava Mondiale 2014, quando Prandelli a fine ciclo si dimise e soprattutto lasciò il presidente federale di allora, Giancarlo Abete. Oggi Spalletti, dopo la prima assunzione di responsabilità tecnica, ha chiarito di non aver alcuna intenzione di cedere. Tra stasera e domani un confronto con Gravina, e domani a Casa azzurri ct e presidente federale faranno il punto, e si capirà anche la ricaduta politica della debacle di Berlino.

«La responsabilità - ha detto Spalletti - è sempre dell’allenatore, le scelte le ho fatte io. Parlerò con Gravina e sentiremo». L’analisi della partita significa rivivere un incubo. «Siamo stati sotto livello come ritmo, abbiamo sofferto qualche individualità come velocità rispetto alla nostra», la tesi di Spalletti, rapido ad aggiungere di «non voler cercare alcun tipo di alibi». «Nella partita precedente avevo detto che probabilmente non li avevo fatti recuperare, stasera l’ho fatto, ma nell’intensità della partita ho avuto la stessa risposta». E ancora: «Questa esperienza ci dice che ci sono cose sulle quali bisogna intervenire assolutamente, perché se il ritmo è questo è difficile parlare. Dovevamo fare di più».
Questo è il meglio che riesce ad esprimere al momento il calcio italiano? La domanda è inevitabile. «Si può lavorare - ha risposto Spalletti - ma bisogna avere il tempo per farlo. Altri tecnici hanno avuto 20 partite» per preparare l’Europeo, ed «anche a me qualche partita in più avrebbe fatto comodo».
Infine, Spalletti guarda al futuro: «Sono calciatori che ho scelto io - ha proseguito il ct - e ne ho la responsabilità, io ho avuto solo dieci partite. Ho bisogno di più conoscenza per avere il meglio, poi ho avuto diversi infortunati. La Svizzera ha meritato. In futuro bisogna provare a fare delle scelte differenti, ci vuole gente che abbia più gamba. I giovani? Se hanno le potenzialità per mettere seduti gli altri, io sono il primo che gli devo dare spazio. Vengo via con la certezza che qualcosa devo cambiare, non è un risultato così scandaloso come poi verrà fuori. Oggi come con la Spagna abbiamo fatto una partita sotto livello, ma con la Croazia non era stata scandalosa».

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