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Guerra agli integralisti islamici Boko Haram, in Nigeria le elezioni rinviate al 28 marzo

Il presidente della Commissione elettorale nazionale, Attahiru Jega, ha dichiarato nella notte in una conferenza stampa che gli addetti alla sicurezza nazionale e dell'intelligence ritengono che l'esercito abbia bisogno di sei settimane per portare avanti "una vasta operazione" contro i terroristi

ABUJA. La Nigeria ha deciso di rinviare al 28 marzo le elezioni presidenziali e legislative che erano state fissate per il 14 febbraio. La decisione è stata presa a causa delle violenze compiute dagli integralisti islamici Boko Haram e per motivi di sicurezza.

Il presidente della Commissione elettorale nazionale, Attahiru Jega, ha dichiarato nella notte in una conferenza stampa che gli addetti alla sicurezza nazionale e dell'intelligence ritengono che l'esercito abbia bisogno di sei settimane per portare avanti "una vasta operazione" contro i Boko Haram e che non sia in grado di garantire contemporaneamente sicurezza alle elezioni. Da ciò, la necessità del rinvio.
Da alcune settimane i jihadisti hanno infatti cominciato a sconfinare con sanguinose incursioni oltre frontiera, innescando l'intervento dei militari di Ciad, Camerun e Niger, tutti tra i primi ad aderire con il Benin alla Forza multinazionale voluta dall'Unione Africana (Ua). Tutti però ancora in azione solo a livello individuale a causa, è stato spiegato, di "dettagli non ancora ben definiti".
I dettagli in realtà non sono di poco conto. Riguardano il finanziamento del contingente multinazionale che secondo l'Unione Africana, per contrastare in modo efficace i terroristi Boko Haram, dovrebbe ricevere ingenti fondi sia dalle Nazioni Unite che dall'Unione Europea. In assenza dei finanziamenti dell'Onu e dell'Ue, ha fatto sapere l'Ua proprio ieri in riunione nella capitale del Camerun, Yaoundé, la progettata forza multinazionale (che è stata portata da 7.500 a 8.750 uomini) potrebbe non vedere mai la luce.
Nel frattempo però le stragi, i saccheggi e le devastazioni dei miliziani Boko Haram anche oltre il confine nigeriano continuano e costringono eserciti e aeronautica ad operazioni militari "individuali". Il Niger ha riferito di aver attaccato ieri i jihadisti e di averne uccisi più di 100, in Camerun sono stati invece i Boko Haram ad affermare di aver ammazzato 100 civili come rappresaglia ai bombardamenti compiuti dagli aerei di questo Paese sulle loro basi in Nigeria.
La situazione non permetterebbe neppure, secondo alcune forze politiche, la distribuzione di circa 30 milioni di schede elettorali e l'installazione dei seggi in buona parte del nord-est. Da ciò le pressanti sollecitazioni a posticipare l'appuntamento con le urne.
I candidati alle presidenziali sono 14. Favorito è il capo di stato uscente Goodluck Jonathan, 57 anni, cristiano del sud, leader del Partito democratico popolare. Suo principale avversario è il generale Muhammadu Buhari, 72 anni, musulmano del nord. Alle presidenziali del 2011, dopo la sua sconfitta, il nord della Nigeria fu teatro di violente rivolte represse nel sangue. In pochi giorni i morti furono più di 800.

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