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Cgil in piazza: vecchi riti ma il mondo è ormai cambiato. Cosa propone chi ha manifestato?

Opporsi significa mantenere il mercato del lavoro più squilibrato e ingiusto del mondo dove ci sono tanti super-protetti

E ora che cosa intendono fare? La domanda è rivolta a Susanna Camusso, alla Cgil e alla Fiom che ieri hanno riempito Piazza San Giovanni a Roma. Che cosa propongono? Non è chiarissimo e non sono chiari nemmeno i numeri. Secondo gli organizzatori i partecipanti erano un milione. Una cifra quanto meno esagerata.

Non esiste una piazza al mondo in grado di ospitare tanta gente: non Tienammen a Pechino, né Alexanderplatz a Berlino e nemmeno la Piazza Rossa a Mosca. Comunque Piazza San Giovanni ha una capacità massima di 150 mila persone. Raddoppia saturando le strade vicine. Tuttavia le code del corteo sono tanto distanti dal palco che partecipano alla manifestazione con il medesimo coinvolgimento che avrebbero restando a casa. Ma il problema non sono i numeri anche se sarebbe opportuno che, una volta per tutte, sindacati e partiti di sinistra che hanno eletto quella piazza come luogo sacro per il loro popolo, la smettessero con la mistica dei numeri: alle manifestazioni che organizzano non partecipa mai meno di un milione di persone.

Talvolta due o tre. Non esiste nessuna urbanizzazione al mondo in grado di ospitare queste folle. Solo il deserto. Ma è un po’ lontano. Il problema, in ogni caso, non sono i numeri bensì i contenuti politici. Qual è il programma? Quale la proposta? Dal comizio di ieri non è risultato affatto chiaro. Come manifesto il rifiuto della riforma del mercato del lavoro a cominciare dall’abolizione dell’articolo 18. Su questo vorremmo usare parole di chiarezza. Gli iscritti alla Cgil sono, in massima parte pensionati, personale pubblico e dipendenti di grandi aziende. Tutta gente, cioè che non viene nemmeno sfiorata dalle proposte del governo.

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