
PALERMO. L’assemblea dei lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia ha deliberato questa mattina di tornare immediatamente al lavoro. Lo sciopero proclamato nei giorni scorsi dopo la decisione del governo di porre in liquidazione la società è stato così sospeso.
Venerdì però i lavoratori si riuniranno nuovamente per verificare se sono stati compiuti passi avanti nell’operazione di salvataggio della società annunciato dall'esecutivo. Nel frattempo, col ritorno al lavoro dei 75 dipendenti (a dire il vero il numero si è ridotto tra personale in ferie e altri in aspettativa) ripartono le attività legate all’accreditamento degli enti di formazione, ovvero l’autorizzazione necessaria a organizzare i corsi.
Al momento infatti resta congelato un bando da 45 milioni rivolto a 5 mila allievi che intendono seguire corsi professionali per rispettare l’obbligo d’istruzione.
Andrea Vincenti, commissario liquidatore della società, commenta così la scelta dei dipendenti: “Accolgo favorevolmente la decisione dei lavoratori fermo restando che ci aspettiamo dei segnali forti per il salvataggio di un’azienda il cui carattere strategico è stato ammesso dai nostri stessi committenti”.
La società era stata posta in liquidazione a causa di una grave crisi finanziaria. Secondo i sindacati, però, la crisi era legata al mancato affidamento di commesse da parte dei dipartimenti che si erano rivolti nel tempo a società esterne.
L'unico dipartimento a rispettare le indicazioni della giunta era stato quello alla Formazione guidato da Gianni Silvia, tanto che l'assessore Bruno Marziano era più volte intervenuto in difesa di questi lavoratori promettendo anche di anticipare un pagamento di 300 mila euro per sostenere questi lavoratori che attendono da dieci mesi lo stipendio. Vincenti sta verificando che anche altri dipartimenti abbiano intenzione di affidare commesse a Sviluppo Italia Sicilia, che si occupa di assistenza alle imprese. L'Ars nei giorni scorsi aveva approvato una norma che dava priorità a questa società nell'affidamento di commesse legate al mondo delle start-up.
3 Commenti
Angelo
16/05/2016 15:32
Corsi di formazione? E che cavolo formano? Solo i loro stipendi abusivi.
Franco
16/05/2016 17:17
Angelo, non generalizzare sui "corsi di formazione". Ci lavoro da trenta anni e la programmazione dei corsi non è mai stata uguale negli anni. Si è costantemente adeguata al mercato del lavoro e gli allievi, (quelli che si sono impegnati negli studi) il lavoro lo hanno trovato. Non conosco le statistiche della scuola superiore e dell’università ma, stando alle argomentazioni dei detrattori della formazione, dovremmo chiuderle, perché non generano occupazione. Sono i governi che, con serie politiche di sviluppo economico, devono creare posti di lavoro. Il compito delle strutture formative è di trasferire le competenze per l'inserimento nel mercato del lavoro, quando c'è. Quando ancora le tipografie lavoravano con i caratteri di piombo e l’uso dei computer era pressoché sconosciuto, nel mio Ente formavamo “fotocompositori” e, se non ricordo male, qualcuno di loro è finito a lavorare proprio nella testata giornalistica che ospita questi nostri contributi. In quanto alla “formazione” degli stipendi miei e dei miei colleghi, ti comunico che, grazie alla "speciale" capacità di programmare la spesa pubblica del governo Crocetta, si è fermata già da un anno.
Angelo
16/05/2016 18:07
Franco, lo so bene che ci sono alcuni corsi non validi, ma validissimi e ne so qualcosa: mio figlio ha frequentato qualche anno fa un corso alla Paideia, corso con i fiocchi. Io mi riferisco alla stragrande maggioranza dei corsi e dei formatori, alcuni dei quali penosi e mi risulta anche questo di persona. Quindi, che cosa si chiede? PULIZIA! E' chiedere troppo?
Elen
17/05/2016 09:56
Ripartono gli sprechi! A quando un cambiamento di rotta?