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Giornata della Terra e spreco alimentare, Slow Food Palermo: "Servono pratiche sostenibili"

Oggi ricorre la Giornata della Terra; non si può quindi che parlare di salvaguarda dell’ambiente e cambiamento climatico, guardando in particolare, in un Paese come l’Italia, agli sprechi della tavola e all’irresponsabilità in agricoltura.

Secondo i dati della FAO diffusi da Slow Food, a livello globale la produzione di cibo è responsabile di un quinto delle emissioni di gas serra (21%), la creazione di nuovi pascoli è tra le principali cause di deforestazione, e inappropriate politiche di gestione del bestiame contribuiscono all’avanzamento della desertificazione. Ciò che colpisce di più però è che il consumo delle risorse si rivela alla fine inutile: ogni anno nel mondo, infatti, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate, un terzo della produzione totale.

Qual è quindi un buon modo per mangiare sostenibile? A rispondere è Francesco Pensovecchio, fiduciario Slow Food Palermo, che insiste sulla consapevolezza. “Bisogna tracciare la filiera, sapere da chi viene prodotto ciò che stiamo mangiando, da dove arriva: questo è un primo passo - afferma - poi le pratiche sostenibili avvengono anche a monte, nelle campagne per esempio, dove tocca agli agricoltori produrre con impatti minimi sull’ambiente”.

Ma la guardia non va mai abbassata, soprattutto verso gli alimenti tanto consueti, quanto insospettabili, che popolano la tavola. Per esempio, il caffè e il vino. “Il caffè è la bevanda più consumata nel mondo - afferma Pensovecchio - ma non tutto è equo, pulito, giusto e sostenibile nella sua filiera produttiva: ci sono sfruttamenti, campagne di deforestazione dell’America centrale per creare le coltivazioni. Anche qui, sapere da dove proviene il caffè ci dà delle garanzie sulla sua sostenibilità”.

Il vino poi, in Sicilia soprattutto, a tavola non manca mai. “Molti viticoltori siciliani si sono posti il problema di come interagire nei vigneti per avere un prodotto pulito e sostenibile nel tempo, perché è questa la vera sfida - chiarisce Pensovecchio - noi esauriamo le risorse che la Terra produce in un anno nel giro di pochi mesi, e poi andiamo a credito. Dobbiamo essere virtuosi e non accontentarci del prodotto mediamente buono: l’obiettivo è quello di creare un sistema efficiente che utilizzi meno risorse possibile”.

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