ROMA. Dopo aver raccontato la seduzione di una cioccolataia (Juliette Binoche) e delle sue creazioni su un intero paesino francese, in Chocolat (2000), lo svedese di casa anche ad Hollywood, Lasse Hallstrom, mette in scena il confronto e la possibile armonia fra due grandi cucine, la francese e l'indiana, e il potere del cibo nel far riaffiorare le emozioni più profonde, in Amore, cucina e curry, con Helen Mirren, Om Puri, Manish Dayal e Charlotte Le Bon, tratto dal bestseller di Richard C. Morais edito in Italia da Neri Pozza.
Il film, in uscita in Italia il 9 ottobre distribuito da Universal, Leone Film Group e The Space Movies, è stato coprodotto da Steven Spielberg, Oprah Winfrey e Juliet Blake e ha già incassato globalmente oltre 78 milioni di dollari.
«Amo il cibo, ma non è una passione che coltivo più di altre. Oltretutto io da tre anni sono diventato vegano, quindi il mio rapporto con la tavola è cambiato. Sto facendo molte scoperte, in Italia ad esempio avete splendide pietanze vegane - ha spiegato Hallstrom a Roma, commentando il legame fra Chocolat e Amore, cucina e curry -. Il cibo è una forma di comunicazione straordinaria, ha la capacità di arrivare direttamente a tutti i sensi, non è bloccata dall'intelletto».
Lo strumento ideale, quindi, «per parlare della necessità di comprenderci l'un l'altro superando le differenze, le intolleranze - ha sottolineato -. Un messaggio antico ma che vale la pena ripetere soprattutto in un mondo dove vediamo ovunque crescere forme di fascismo, anche in Svezia. Un fenomeno che spaventa e che va fermato, legato alla paura dell'altro». In Amore, cucina e curry, la storia parte con il viaggio intrapreso dalla famiglia di un giovane e geniale cuoco indiano, Hassan Kadam (Manish Dayal) insieme al padre (lo strepitoso Om Puri), e a fratelli e sorelle, dopo che il loro ristorante in India è finito bruciato nel corso di una rappresaglia politica. La famiglia decide di stabilirsi in un piccolo villaggio del sud della Francia, Saint-Antonin-Noble-Val, e di aprire là il proprio ristorante, Maison Mumbai. Il caso vuole che siano proprio di fronte a un raffinatissimo ristorante francese, Le Saule Pleureur, con tanto di stella Michelin, gestito da Madame Mallory (Helen Mirren), poco disponibile ad accettare i rivali. Tra i due locali scoppia una battaglia a distanza, con in prima fila la donna e papà Kadam. Intanto Hassan, con il suo talento creativo (che non sfugge nemmeno a Madame Mallory) rende Maison Mumbai un successo e, grazie al legame con la sous-Chef Marguerite (Charlotte Le Bon), inizia a interessarsi anche alla cucina francese.
«Oprah Winfrey ha aiutato a trasformare il libro in film, ha supportato il progetto dall'inizio - ha spiegato Hallstrom -. Mentre Spielberg aveva pensato di dirigerlo da sè, ma poi è stato preso da un altro film e questo lo ha offerto a me, una cosa che mi ha reso fiero. Steven è stato comunque di grande aiuto: abbiamo condiviso idee, lui ha guardato via via i giornalieri sul suo iPad e ha trascorso con me un paio di giorni in sala di montaggio». Il cineasta, con Amore, cucina e curry ha voluto realizzare «il tipo di film che amo, positivo, che sollevi lo spirito nel raccontare i rapporti fra le persone. Non voglio essere carino o troppo sentimentale, cosa di cui spesso mi accusano, ma veritiero e onesto». Hallstrom sta già lavorando a un altro progetto, «Boy21, la trasposizione di un romanzo di Matthew Quick, l'autore de Il lato positivo».
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