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Il naufragio di migranti in Calabria: si riapre il dibattito fra le forze politiche

Mentre anche i vigili del fuoco di Crotone sono impegnati nell’attività di recupero dei superstiti e dei corpi di coloro che non ce l’hanno fatta al largo delle coste calabresi, dopo il naufragio di migranti, nel mondo politico si riapre il dibattito sulla gestione dei continui arrivi di disperati.

Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva, palermitano, racconta che tra i migranti morti ci sono «un bambino di 7 anni, un altro di 3 anni e un neonato. I cadaveri sono stati trovati stamattina sulla spiaggia». Faraone scrive che si tratta di «un’altra tragedia del mare» e incalza: «Nella settimana in cui il Parlamento ha approvato un decreto legge, voluto dal governo, totalmente inutile e propagandistico. Ci vorrebbe unità e umanità, in Italia e in Europa, per affrontare il fenomeno migratorio. E invece in mare si continua a morire e la politica continua a dividersi e a non trovare soluzioni adeguate».

Un invito alla riflessione arriva anche da Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo, uno dei porti siciliani più coinvolti nello sbarco di migranti- «La terribile e grande tragedia di Crotone - dichiara in una nota - deve servire a tutti noi per aprire un momento di riflessione e non certamente per alimentare polemiche che non servono assolutamente a nulla. Non c'è dubbio alcuno - prosegue - che il problema delle migrazioni da sempre a tutt'oggi sia stato affrontato come strumento di polemica politica e non è certamente presente nell’agenda di nessuna grande istituzione che si possa chiamare Europa o Italia. Occorre quindi voltare pagina per impegnarci in politiche umanitarie che abbiano come obiettivo fondamentale il diritto alla vita e alla dignità umana».

«Di fronte al naufragio, alla tragedia di Crotone, è tempo di silenzio e dolore», scrive su twitter il vicesegretario del Pd, Peppe Provenzano, anch'egli siciliano. E aggiunge: «Ma chi ha speculato sui morti? Chi ha dichiarato una folle guerra alle Ong scoraggiando i soccorsi. Chi ha promesso blocchi navali e in Europa costruisce muri e non un governo solidale del fenomeno».

«Potremmo ricordare le due immani tragedie di Lampedusa del 2013 e 2015, quando a guidare il governo c'era il Pd, a chi oggi coglie l’occasione per speculare sui fatti di Cutro», afferma Alfredo Antoniozzi vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Assumere atteggiamenti di sciacallaggio dovrebbe essere compito delle forze politiche marginali non di chi si dichiara responsabile. Il 2013 presidente del Consiglio era proprio Enrico Letta, ancora adesso segretario nazionale del Pd - aggiunge -. Solo il Piano Mattei annunciato da Meloni può dare una svolta e solo un’unità di intenti su un fenomeno globale può aiutare ad affrontare un problema di questa portata».

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