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Crisi, il discorso di Conte alla Camera: "Costruiamo un governo aperto a chi ha a cuore il Paese"

«Confidiamo ancora in una stagione riformista. Ancora oggi c'è una visione». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo discorso alla Camera sulla situazione politica determinata dalle dimissioni dei ministri di Iv. Il premier ha parlato di «solida vocazione europeista» e di «disegno riformatore ampio e coraggiosa».

«Ci siamo dovuti confrontare con la pandemia. In questi mesi così drammatici questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità raggiungendo unità nelle vedute e risolutezza nell’azione», ha spiegato il premier. «Abbiamo operato sempre le scelte migliori? Abbiamo assunto le decisioni più giuste? Noi abbiamo agito con il massimo scrupolo e nella massima attenzione -, parlando dell’operato del governo nella gestione dell’emergenza sanitaria - Se posso parlare a nome del governo a testa alta non è per l’arroganza, ma è nella consapevolezza di chi ha impegnato tutte le energie» per offrire soluzioni. «E' stata politica la scelta di tutelare la salute, solo tutelando quel bene primario si può preservare il tessuto economico del Paese».

L’Italia ha scelto «una visione europeista» assumendo «un ruolo centrale» nella partita sul 'Recovery fund’.  «Abbiamo stanziato importanti risorse a sostegno dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie, ha detto il premier, Abbiamo posto le basi per un deciso rilancio della crescita. Da luglio sarà introdotto l’assegno unico mensile per famiglie con figli fino a 21 anni» ha osservato parlando dei provvedimenti adottati dall’esecutivo.

«Da subito abbiamo raccolto la sfida di trasformare la crisi in opportunità. Alcuni - ha premesso - hanno intimato che la pandemia ha prodotto l’effetto di oscurare, schiacciare la politica. Il dialogo tra politica e scienza si è infittito, ma mai come in questo periodo la politica è stata chiamata ad assolvere la sua missione, con le scelte per bene comune, alcune delle quali tragiche».

Con la scelta politica del Next Generation Eu è stata «impresso alla politica europea un nuovo corso irreversibile», ha sostenuto.  «Tutta politica è stata la scelta di destinare ingenti risorse, più di 100 miliardi di indebitamento netto, a lavoratori, imprese, famiglie con i ristori, e ci hanno permesso di erigere una cintura sociale ed economica.», ha poi aggiunto.

«Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fossero state condivisione, collaborazione, responsabilità, in ciascuna - ciascuna - forza politica. È stato fondamentale anche il senso di responsabilità delle forze opposizione che, pur nella dialettica della politica, hanno contribuito ad affrontare dei passaggi critici. Bisogna darne atto. Avete avanzato anche proposte concrete, qualificanti, alcune delle quali sono state accolte dalle forze di maggioranza».

«Questo Paese merita un governo coeso. Bisogna andare avanti a mettere in sicurezza il Paese, abbiamo inviato al Parlamento il nuovo testo del 'Recovery plan'. Attendiamo le vostre preziose osservazioni, allo stesso modo incontreremo le parti sociali, che voglio ringraziare: state contribuendo a rafforzare il Paese. Quando riceveremo le osservazioni saremo in grado di stendere la versione definitiva e sottoporla al voto del Parlamento. Sarà un piano ampiamente condiviso e ne siamo fieri, ma che dovrà essere accompagnato da un provvedimento in grado di rinforzare i tempi e di monitorare l’esecuzione dei lavori».

«Viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l'intelligence di mia fiducia».

«Chiedo un appoggio limpido e trasparente su una convinta adesione ad un progetto politico. A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia io dico: 'Aiutateci'. Se il Parlamento confermerà la fiducia a questo governo, io sono disposto a fare la mia parte». «Viva l'Italia», conclude il premier.

Con il discorso alla Camera è cominciato oggi il rapido ma affannoso passaggio di Giuseppe Conte in Parlamento dopo il ritiro della delegazione di Iv da parte di Matteo Renzi.

Dopo l’intervento di Conte spazio a un dibattito che si protrarrà fino alle 15.30, quando la seduta verrà sospesa per sanificare l’Aula fino alle 17, quando il presidente del Consiglio terrà la propria replica. Quindi ci saranno le dichiarazioni di voto e la votazione sulla fiducia.

Domani l’aula più insidiosa per l’esecutivo, quella del Senato, dove Conte si presenterà alle 9,30 per ricevere l’esito del voto di fiducia verso le 20.

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