La riforma del settore rifiuti proposta dal governo Musumeci «non ha nè capo nè coda, non risolve praticamente nulla, anzi probabilmente peggiorerà la situazione attuale». Sul ddl gravano 700 emendamenti e altri 40 di riscrittura, di iniziativa governativa «e con questi presupposti non può essere affrontato dall’aula». L’unica via possibile «era far tornare la proposta in commissione Territorio e Ambiente, proposta appena bocciata dall’Aula». Lo dicono i deputati regionali del Movimento 5 stelle - il capogruppo Francesco Cappello e i componenti della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, Nuccio Di Paola, Stefania Campo e Valentina Palmeri.
I deputati spiegano che proprio per queste ragioni è stato rifiutato il confronto che Musumeci aveva chiesto sulla riforma: «Un tentativo maldestro e tardivo di discutere in sedi private - una volta scaduto il termine per presentare emendamenti, quindi a giochi chiusi - quel che dev'essere affrontato nella sede istituzionale opportuna, cioè la commissione».
L’abnorme quantità di emendamenti, per i pentastellati indica che il governo «è confuso, non è d’accordo con sè stesso. Proprio quello che si era proposto come il governo delle riforme, al banco di prova della riforma rifiuti fa flop, con un disegno di legge che sulle questioni principali non fornisce risposte concrete e non supera i problemi che si sono verificati a causa della incompleta applicazione della legge 9/2010».
Nel video l'intervista al deputato regionale M5s Giampiero Trizzino.
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