PALERMO. C'è chi rispolvera lo spettro del default, c'è chi ipotizza la paralisi della Regione siciliana col blocco totale della spesa, compresi gli stipendi del personale, e chi azzarda ripercussioni anche sulle candidature degli eventuali responsabili istituzionali alle elezioni regionali del 5 novembre. Scenari catastrofici e assolutamente ipotetici rispetto a un evento inedito: mai era successo nella storia della Regione che la Corte dei Conti congelasse il bilancio consuntivo a conclusione dell'udienza di parifica. Uno shock per Palazzo d'Orleans e i partiti della maggioranza, ormai sfaldata, che sostiene il governo di Rosario Crocetta, per le conseguenze che potrebbero abbattersi nel caso in cui la sospensione del giudizio, deciso stamani dai giudici, si tramutasse in bocciatura. I giuristi sono già al lavoro per studiare le ricadute tecniche ma anche politiche di fronte al peggio: se il bilancio fosse bocciato il governo dovrebbe correggere il rendiconto del 2016 e rivedere l'intero impianto del previsionale del 2017. Per evitarlo, il governo ha dieci giorni di tempo. Sospendendo il giudizio e rinviando la sentenza al 19 luglio, la Corte ha chiesto alla Regione di fornire, entro il 10 luglio, i chiarimenti su alcune presunte mancate coperture, in particolare per quanto riguarda i residui perenti, le perdite delle società partecipate, le spese per i contenziosi e quelle per il fondo relativo alle passività potenziali dei contratti derivati sottoscritti negli anni dalla Regione per operazioni finanziarie. Il governatore Crocetta ha convocato la giunta, che si riunirà martedì prossimo, 4 luglio, "per approfondire le questioni sollevate" nonostante - osserva - "la consapevolezza che senza di noi in questi anni, la Regione sarebbe andata in dissesto e non si sarebbe salvata". Per il governo, in realtà, poteva finire anche male subito. Perché durante la sua requisitoria, durissima, il procuratore generale della Corte, Pino Zingale, aveva chiesto ai giudici in via principale di "bocciare" il bilancio e in subordine "un supplemento istruttorio". Ma la linea "soft" della Corte, che ha respinto gran parte delle richieste del pg, dà un po' di fiato al governo per correre ai ripari. Sul banco degli imputati finisce l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, invitato dalle opposizioni a dimettersi immediatamente. Ma lui si difende: "Il bilancio regionale che abbiamo ereditato dai governi passati era quello di una Regione tecnicamente fallita. Oggi è stato risanato, con risultati chiari ed evidenti. Spiace che questo imponente lavoro non venga riconosciuto da un' immediata parifica, normalmente assicurata anche in presenza di rilevanti criticità sempre evidenziate dalla stessa Corte dei Conti". E parla di "aspetti relativi a fatti meramente tecnici, comunque di impatto non sostanzialmente rilevante rispetto al bilancio complessivo e che riteniamo verranno chiariti nel successivo contraddittorio". immagini di Michele Sardo