Sabato 18 Maggio 2024

"Servo per due", Pierfrancesco Favino si dà al musical

Superata la boa dei quarant'anni, immerso in una bella carriera, fra gli spettacoli di Luca Ronconi e il meglio del cinema italiano di oggi, Pierfrancesco Favino ha sentito un'irresistibile voglia di musical in palcoscenico. Ed ha avuto la tenacia di montare insieme al produttore Marco Balsamo un ambizioso progetto artistico che coinvolge ora due cast di quindici persone in scena (due gruppi di attori che si alterneranno nel tempo), tutti con spiccate qualità canore; e in più un gruppetto di musicisti (il "Quartetto del Ripostiglio") versati nella parodia musicale. Il tutto per il musical "Servo per due", che fa un esaurito dopo l'altro in questi giorni all'Ambra Jovinelli di Roma fino al 6 gennaio. Lo spettacolo, godibilissimo quanto a parodie, gag e numeri musicali, è un adattamento molto itanializzato di "Servo per due", una commedia pluripremiata dell'inglese Richard Bean (classe 1956), che da tre anni si replica a Londra. Commedia sulla quale noi italiani abbiamo un buon diritto di rappresentazione perchè si tratta di un adattamento modernizzato di "Arlecchino servitore di due padroni" un classico di Carlo Goldoni, che per lo spettatore italiano è qualcosa di leggendario. Si tratta infatti dell'Arlecchino che Giorgio Strehler mise in scena per la prima volta nel 1947, durante la prima annata del Piccolo Teatro di Milano, e che da allora è stata replicata infinite volte in tutto il mondo, ogni stagione, affidata nel tempo a due straordinari Arlecchini: Marcello Moretti (dal 1947 al 1960) e Ferruccio Soleri (dal 1960 ad oggi); uno spettacolo bandiera per il Piccolo e i suoi attori, per il teatro italiano e per la cultura del nostro paese. Strehler e i suoi Arlecchini riscoprirono con il loro lavoro la tecnica e la poesia della commedia dell'Arte, che si era andata perduta nel tempo. Pierfrancesco Favino (che firma anche la regia insieme a Paolo Sassanelli) punta invece al mix classico del musical: trasportando l'azione in un imprecisata Rimini anni Trenta, con belle canzoni d'epoca (soprattutto di Rabagliati) e balletti; citazioni umoristiche (c'è pure Wanda Osiris) e immagini simbolo come il lento passaggio del transatlantico Rex, quello che Fellini filmò in "Amarcord", e ancora dialoghi a ruota libera, che girano attorno alla figura di Pippo (moderno Arlecchino) che si fa in due per soddisfare due padroni e mangiare due volte. Il tutto per un spettacolo pieno di sorprese, fra le quali un coinvolgimento diretto del pubblico, che a Favino, in virtù della sua popolarità e simpatia, riesce molto bene. Fra tanti interpreti, citarne alcuni è un torto per gli altri, Ma ugualmente spiccano, oltre al protagonista, Ugo Dighero, per una volta lontano dalle sue molte fiction, e Anna Ferzetti che con due compagne rievoca il Trio Lescano.

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