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Ucraina, volontari di Mediterranea a Leopoli portano cibo e medicine ai rifugiati

La carovana di Mediterranea questa mattina è stata operativa alla Stazione di Leopoli, punto di transito e speranza per centinaia di persone in arrivo dall'est Ucraina. Fin dal viale che porta all'ingresso principale si incontrano famiglie che camminano in ogni direzione con valigie e coperte. Il parcheggio degli autobus è un via vai di mezzi che mostrano i cartelli di numerose destinazioni in Europa, come Korczowa, Prezmysl, Poznan.

Abbiamo collaborato con alcune organizzazioni presenti nel piazzale - è scritto in una nota -, soprattutto per individuare le persone che hanno necessità di superare il confine che viaggeranno con noi fino all'Italia. Chi viaggia con tant* bimb* fa fatica a spostarsi agevolmente, non tutti possono pagare le tariffe dei biglietti, altri non hanno i documenti ucraini. Dopo i bombardamenti di ieri, le sirene antiaeree hanno suonato due volte questa mattina, molte persone si sono rifugiate nei sotterranei della stazione, altre sono dovute rimanere all'aperto.

Le cifre sono impressionanti: Leopoli è una cittadina da poco più di 6.000 abitanti, ma si stima che ci siano ogni giorno almeno 200.000 persone da Kiev e altre regioni, per un totale di oltre 3 milioni e mezzo transitate dall'inizio del conflitto. Alcune si fermano qualche giorno anche ad aiutare, come Natalia, che ha lasciato a Kyev il marito e però ha deciso di aiutare chi scappa senza parenti, come i più anziani. Ci racconta di un signore di 86 anni rimasto solo al sesto piano di un palazzo senza corrente né acqua. La signora H., ha i parenti a Palermo, ci sente parlare in italiano, ci chiede un passaggio per sé, per la figlia e per i nipotini di 3 e 8 anni. Non avevano capito quanto fosse vicina la guerra, non si aspettavano di trovarsi un esercito alle porte di casa. Una mattina al risveglio le loro vite sono state stravolte: per fortuna la loro cittadina non è stata bombardata, ma la linea dei combattimenti era vicina e piccoli comuni nei dintorni sono stati rasi al suolo.

Ieri mattina abbiamo consegnato coperte, vestiti, prodotti per l'igiene al centro Don Bosco, che ospita oltre un centinaio di persone e materiale sanitario all'associazione Down Center, impegnata nel supporto a bimb* affetti da sindrome di Down.

Nel pomeriggio porteremo invece medicine e strumentazione sanitaria all'ospedale di Vynnyky, dopo l’incontro questa mattina con alcuni responsabili. I farmaci, soprattutto pediatrici, sembrano essere una delle prime necessità in termini di aiuti umanitari. In queste ore stiamo anche incontrando istituzioni locali, pubbliche e della società civile, per organizzare e strutturare una collaborazione utile di medio e lungo periodo, per una partecipazione dei popoli di pace dell'Europa e del mondo alla fine immediata di questa guerra e di questa aggressione.

Nel video intervista a Natalia, volontaria ucraina

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