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Personale introvabile nel turismo, Federalberghi: "In Sicilia molte strutture hanno difficoltà ad aprire"

I turisti sono tornati in Sicilia, ristoranti e alberghi pieni ma paradossalmente c’è l’ormai cronica carenza di personale nelle strutture. Alcuni lidi balneari in Sicilia e a Palermo non possono aprire i battenti la sera proprio perché mancano camerieri e personale in cucina.

Situazione di emergenza anche in molte strutture alberghiere: "È un paradosso ma è così – dice Nicola Farruggio, presidente di Federalberghi Sicilia – fa rabbia perché il turismo è ripartito alla grande e i numeri sono importanti ma molte strutture sono in difficoltà, anche ristoranti. Reperire personale è diventato quasi impossibile, non si tratta solo di criticità nei contratti di lavoro ma difficoltà proprio a reperire risorse umane".

Il lavoro c’è ma continua a mancare personale, la denuncia di Farruggio: "Difficilissimo trovare poi personale qualificato, una vera impresa. Vi dico anche che per molti alberghi sta diventando dura trovare anche apprendisti, molti colleghi sono in difficoltà e hanno dovuto ridurre anche i servizi, questo fa male, in un momento di ripartenza non doveva accadere".

Un disagi riscontrato anche a livello nazionale. "Questi anni - dice il presidente nazionale di Federalberghi, Bernabò Bocca - hanno messo in risalto quanto importante sia per la nostra attività poter contare su collaboratori validi, professionalmente competenti e motivati. Purtroppo, ai tradizionali problemi di reperimento della manodopera si aggiunge oggi un fenomeno di allontanamento del personale dal nostro settore".

E il problema delle professionalità è il primo sulla lista del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: "Mancano 300-350 mila figure - spiega - nel mondo del turismo e con il numero alto di disoccupati che abbiamo vuol dire che c'è qualcosa che non va. L'idea è quella di vederci la prossima settimana con il ministro Orlando e fare un tavolo con gli operatori per vedere cosa si può fare nell'immediato. Il reddito di cittadinanza e la Naspi vanno riviste, perché sono un ostacolo all'incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma anche un ripensamento sui voucher".

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