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Trasporti, Iozzi: "I mezzi trattati come untori, grave difficoltà in caso di ulteriore riduzione di capienza"

Fa il punto sulla questione sicurezza e trasporti Claudio Iozzi, presidente di Asstra Sicilia, l’associazione di trasporti che riunisce le aziende sia di proprietà degli enti locali che private. Autobus e metropolitane sono infatti nel mirino, individuati come luoghi in cui il Covid-19 si potrebbe contrarre con più facilità.

I mezzi pubblici sono presi quasi come untori”, dice Iozzi, “non lo sono, bisogna capire in base a quale evidenza scientifica venga detto che sui mezzi pubblici si prenda il covid. Anzi, recenti studi dimostrano che il trasporto pubblico locale è all’ultimo posto come rischio di contagiosità. Non posso che confermare la sicurezza dei mezzi, che vengono sanificati tutti i giorni, e sui quali è obbligatorio indossare la mascherina e usufruire del gel disinfettante che le aziende mettono a disposizione”. È importante rispettare i protocolli emanati dal governo, ma secondo Iozzi “non si può ribaltare sulle aziende il problema dei controlli”, sarebbe più il risultato di una cattiva gestione e pianificazione a monte: tanti rischi erano stati preventivati, e i recenti decreti non li risolvono. Un esempio riguarda la riapertura delle scuole con il conseguente aumento di pendolari e di ragazzi che hanno bisogno di utilizzare il trasporto pubblico: “nell’ultimo Dpcm si stabilisce che l’ingresso delle scuole è alle nove”, dice il presidente di Asstra Sicilia, “questo però non ha molto senso per il trasporto pubblico. Noi avremmo bisogno di uno scaglionamento”. Inoltre Il problema degli affollamenti, sia per quanto riguarda il trasporto extraurbano sia rispetto a quello urbano, sarebbe circoscritto, secondo quanto dichiarato da Iozzi, a degli orari specifici come quelli di punta.

“Ho anzi avuto segnalato dalle attività associate un calo dell’utenza, è questo il problema reale. Anche se si tratta di un servizio essenziale che non si è fermato durante il lockdown, e che non si fermerà, accusiamo una perdita del 90% degli introiti”. Per quanto infatti il settore dei trasporti sia stato tutelato sia dal governo nazionale che da quello regionale, potrebbe trovarsi in serie difficoltà se venisse applicata un’ulteriore riduzione della capienza dei bus, sotto il limite attuale dell’80%, poiché, dice Iozzi, “sarebbe impossibile garantire la regolarità dei servizi e molte persone resterebbero inevitabilmente a piedi. Sarebbe un problema grosso, dal punto di vista organizzativo ed economico, da gestire, mentre fino ad ora tutte le azione sono riuscite a gestire la situazione”.

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