In un quinto delle famiglie siciliane non lavora nessuno. Nell'Isola le cosiddette Jobless Households (i nuclei familiari nei quali nessun componente ha un'occupazione) nel 2017 sono 421 mila: rappresentano il 29,8% e sono il doppio rispetto al resto d'Italia. E' quanto emerge dal report della Banca d'Italia sull'economia in Sicilia nel 2018, presentato oggi.
Complice la crisi economica, l'analisi evidenzia come tra il 2009 e 2017, si sia registrato un aumento del 6,3% (1,3% in Italia) di famiglie senza reddito da lavoro, anche se il divario registra un'impennata nel biennio 2012-2013. "Questi individui - sottolinea Bankitalia - che derivano il proprio sostentamento da redditi diversi dal lavoro, risultano particolarmente esposti al rischio di esclusione sociale".
Timidi segnali di ripresa nel 2017 in Sicilia. Ma non tutti i dati sono negativi. Si avvertono infatti timidi segnali di rispesa in Sicilia, dove nel 2017 gli indicatori economici registrano un aumento.
Crescono anche i consumi delle famiglie, migliora la qualità del credito e il fatturato delle imprese, vola l'export (+30%), aumentano l'occupazione (+1,1%), ma a tempo, mentre i disoccupati sono oltre il 20%, il doppio della media nazionale.
Stando ancora al rapporto di Bankitalia, il 2017 narra di un aumento del numero di imprese attive (0,8%, (sono 368 mila 428), con una crescita nell'industria (+0,2%) e in agricoltura (+0,9%). Resta in affanno l'edilizia, dove in modo più marcato che in altri settori, oltre alle aziende (-0,1%) diminuiscono pure le ore lavorate (-11,3%).
Se più in generale, l'indagine di Bankitalia sulle imprese indica un aumento del 2,6% del fatturato (era il 3,1% nel 2016), lo stesso non si può dire per la spesa per gli investimenti, che risultano in calo o stabili per oltre due terzi delle aziende. Segnali positivi, invece, dal turismo, vola l'export in particolare di prodotti made in Sicily nei mercati extra Ue.
Le presenze di stranieri e connazionali sono aumentate del 7% e la spesa dei 'vacanzieri' supera di gran lunga la media nazionale. Ripartono i consumi e aumenta il reddito delle famiglie. Quello pro capite si attesta sulla soglia dei 13 mila euro, quello per consumi a 12 mila.
Eppure nell'Isola un quinto dei nuclei familiari è a rischio emarginazione sociale: le famiglie dove nessun componente lavora sono il 30%. Infine, seppur registrando un cambio di passo, rispetto agli anni della crisi quando tutti indicatori economici erano in caduta libera, l'analisi nel complesso segnala un divario ancora ampio rispetto ai livelli pre-crisi
Calo disoccupati dello 0,6%. Nel 2017 cala di un timido 0,6% il numero di senza lavoro in Sicilia, dove il tasso di disoccupazione si attesta al 21,5% e risulta il doppio della media nazionale (11,2%) e più alto di circa 10 punti percentuali rispetto alla media del Mezzogiorno (12,4%).
Nell'Isola si registra un aumento degli occupati (+1,1%) analogo al resto del Mezzogiorno e del Paese. Bankitalia, dunque, stima una crescita dell'occupazione pari a 15 mila unità. Si tratta di lavoratori impiegati con 'contratti a termine' (20,6%).
Negli anni della crisi in Sicilia sono andati in fumo 160 mila posti di lavoro su 800 mila a livello nazionale; il gap recuperato risulta pari a 50 mila unità. Andando ai settori di attività, infine, restano in affanno le costruzioni, dove il numero di addetti è diminuito dell'8,2%, mentre risultano in crescita i lavoratori nel comparto agricolo (10,4%) e nell'industria in senso stretto (5,7%).
4 Commenti
Peppino
20/06/2018 20:30
Perché un altro 30% ha un lavoro sotto 800 euro e risulta occupato altrimenti sarebbe il 60....
Matteo
20/06/2018 23:21
Sono dati falsati. Mezza città svolge lavoro nero. Un esercito di elettricisti, muratori, manovali, ambulanti, piccoli commercianti, badanti, camerieri, segretari, artigiani, spicciafaccende, baristi, meccanici, giardinieri, ecc. che è completamente invisibile. Non pagano tasse, non versano contributi previdenziali, non maturano pensione, non hanno assicurazioni. Ma tirano a campare. Un esercito che ingrosserà se verrà introdotto il reddito di cittadinanza (al fine di risultare a maggior ragione disoccupato e percepire un reddito parallelo)
Ciccio
21/06/2018 08:29
Matteo è proprio questo 30% che lavora in nero. Certo, forse non tutti di questa percentuale delle famiglie lavorano
Giuseppe
21/06/2018 06:23
Di quel 30% Il 29% lavoro in nero
Tommi
21/06/2018 08:08
E 1% su lagnusi
Egiovanni:
21/06/2018 09:13
Per la banca d'Italia, il trenta per cento delle famiglie siciliane non c'è nessuno che lavora. Un disastro. Una cosa che sicuramente non piace a nessuno, un primato di cui le famiglie afflitte da questo triste primato ne farebbero a meno. Sicuramente qualcuno è preoccupato, questo qualcuno sono le persone che a vario titolo sono le persone che dovrebbero garantire almeno la dignità si sopravvivenza. Sicuramente già lo hanno fatto. Se ancora se ne parla. Certo nessuno ha la bacchetta magica, da poter risolvere questo tipo di povertà. Ma forse ci sono cose che non si possono risolvere, e come più di qualcuno dice, si governa. Certo la verità non si può dire, si rischia di rimanere fuori. Le parole devono essere attentamente soppesate. Speriamo che la banca d'Italia, sia costante a fornire questi dati a cadenza settimanale, per non perdere l'abitudine di essere informati che la povertà c'è, a dismisura e che fa l'Italia fa parte dell'Europa. Il sogno europeo che per molti italiani non ha cambiato nulla, sono rimasti al palo in attesa di come devono essere trattati da questo tipo di emergenza europea.