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Meryl Streep, cantante lirica (stonata) al cinema - Video

ROMA. «È proprio vero, cantare senza passione è il vero peccato al di là di come si canta».

Meryl Streep fa sua la frase del film 'Florence' di Stephen Frears, già passato alla Festa di Roma e ora in sala con Lucky Red. Come spesso capita questa volta il personaggio che interpreta è tanto incredibile quanto vero.

Si tratta di quella Florence Foster Jenkins, cuore bambino e troppi soldi, che negli anni Quaranta a New York fece alcuni concerti come cantante lirica pur essendo totalmente stonata. E questo, ovviamente, grazie alla sua grande ricchezza e alla protezione 'interessata' del marito-manager (Hugh Grant).

«Florence ha uno spirito da bambina, lo stesso dei miei figli che, da piccoli, mi facevano assistere a spettacoli lunghissimi e noiosi, pieni di omicidi, ma che alla fine ti coinvolgono. A quell'età c'è qualcosa di magico che poi perdiamo, ma questo non vale certo per il mio personaggio», aveva detto a Roma
l'attrice.

La storia di Florence Foster Jenkins, già raccontata in un altro film, 'Marguerite' di Xavier Giannoli, ha questa volta il valore aggiunto della Streep che, tra l'altro, ha grandi virtù canore e sembra si sia molto divertita a stonare. Nel film, tra commedia musicale e spaccato del potere del denaro e della corruzione che ne deriva, il personaggio di Florence, nonostante la sua inadeguatezza artistica, conquista comunque con la sua freschezza.

Animata da sano e spontaneo mecenatismo, la donna, si capisce in tutto il film, non è affatto consapevole dei suoi limiti. Anche perchè, forse con saggia inconsapevolezza, si misura in prima persona in concerti per amiche danarose e iscritti al suo personalissimo circolo, The Verdi Club, da lei fondato alla fine degli anni '20. Tutte occasioni in cui arrivano applausi e complimenti.

Anche il rapporto con il più giovane marito, l'inglese St. Clair, è nel segno di una simbiosi perfetta: lui è un attore di terza fila e lei solo una velleitaria cantante.

Insomma sono perfetti.

Ma non si può dire che da parte dell'uomo non ci sia amore per la cantante-bambina che, tra l'altro, è molto malata. Certo lui ha la sua amante ufficiale (Rebecca Ferguson) con cui consuma i piaceri della carne, ma non trascura mai Marguerite.

L'esibizione alla Carnegie Hall, ovvero davanti a un pubblico vero e a critici impossibilitati a mentire, cambierà la sorte di questa donna, ma non l'affetto che naturalmente suscita per chi assiste alla sua vicenda umana.

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