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Con A Toys Orchestra la parola d’ordine è sempre sperimentare - Video

«Stiamo lavorando - dicono - per fare dei tour fuori dall’Italia. Sarebbe un sogno, per esempio, aprire un concerto degli Arcade Fire, o di Trentemøller, ma al momento non sono che ipotesi»

PALERMO. Il 2014 è stato una maratona per gli A Toys Orchestra: la fine del tour precedente e un nuovo album, poi un altro tour, che è partito in autunno e continua questa sera con la tappa al Barbara Discolab di Catania, domani al Retronouveau di Messina e domenica ai Candelai di Palermo. «È stato un anno superintenso - esordisce Enzo Moretto, chitarrista e cantante della band - . Volevo che questo disco segnasse un cambiamento, uno scarto, una rinascita. Ho voluto che il 2014 fosse un anno di ricerca, di studio, di grande concentrazione. E detta così, può sembrare una scelta molto ponderata, ma vi assicuro che è tutto partito da un impulso, da un nostro istinto».

Butterfly Effect consegna all'ascoltatore undici tracce, che restano su un terreno già battuto dalla band quando si tratta di testi (il lato oscuro dell'animo umano, la cultura istantanea imposta dalla contemporaneità), ma esplorano nuovi sentieri se ci si sposta sul fronte suoni. «Abbiamo lavorato con Jeremy Glover (produttore dell'omonimo dei Liars e del terzo album dei Crystal Castles, ndr.), perché volevo che Butterfly Effect avesse qualche colore più «danzereccio», senza però risultare plasticoso. E abbiamo ottenuto questo suono più acido, più caldo, andandolo a registrare negli studi tedeschi di Glover, a Berlino». L'obiettivo della band resta sempre quello che hanno dichiarato sin dai primi anni di carriera, quando si imposero sulla scena italiana con il loro cantato in inglese: l'estero. 

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