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Maxi-incendio in un'azienda nel Milanese, un ferito grave: si è temuta la catastrofe

Un boato e, subito dopo l'esplosione, un maxi-incendio e una colonna di fumo nero che si è alzata rapidamente nel cielo, visibile a chilometri di distanza: è lo scenario infernale in cui è precipitata ieri mattina l’azienda Nitrolchimica, che si occupa del recupero di solventi e dello smaltimento di rifiuti pericolosi a San Giuliano Milanese. Nessun’altra azienda è stata coinvolta nel rogo, ci sono stati sei feriti, di cui uno in gravi condizioni. Le fiamme domate in poche ore dai vigili del fuoco. Poteva essere una catastrofe, con migliaia di litri di solventi in fiamme.

L’esplosione è avvenuta cinque minuti dopo le dieci nell’area industriale di via Monferrato. Al boato è seguito un vuoto d’aria, quindi si è sviluppato un incendio con fiamme altissime. Si è temuto subito il peggio, soprattutto per gli operai e i dipendenti dell’azienda, in particolare quelli - secondo un testimone - che stavano lavorando vicino al macchinario da cui probabilmente è partito il rogo. Sei le persone coinvolte, uno il ferito grave: è un 44enne di Marzano, nel Pavese, ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza con ustioni di secondo e terzo grado al volto, al torace e agli arti. L’uomo è in prognosi riservata.

La prima preoccupazione è stata che il rogo potesse estendersi alle tante aziende confinanti, ma il pronto intervento dei vigili del fuoco, giunti sul posto con 20 squadre, ha evitato il disastro. Inoltre, sono state tutte evacuate proprio per mettere in sicurezza i lavoratori. La seconda preoccupazione era quella relativa alla presenza nell’aria di possibili sostanze inquinanti pericolose per la cittadinanza, tanto che il sindaco di San Giuliano, Marco Segala, ha immediatamente chiesto ai residenti di chiudere le finestre e non uscire di casa. Preoccupazione, la seconda, già scongiurata secondo i primi accertamenti dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

«La buona notizia - ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione, Raffaele Cattaneo - è che i primi riscontri, fatti con modalità speditive, non hanno rilevato incrementi significativi dei valori di fondo della qualità dell’aria. Non c'è quindi il riscontro di presenza di inquinanti critici». Le fiamme sono state domate dopo circa sette ore. «Il peggio sembra essere passato: anche se i vigili del fuoco dovranno lavorare ancora per diverse ore, l’incendio è domato, ma non ancora spento» ha rivelato il sindaco Marco Segala. «I pompieri hanno autorizzato le aziende limitrofe a riaprire - ha aggiunto - con l’accortezza di tenere le finestre chiuse e gli impianti di condizionamento spenti. Fortunatamente non è stato necessario emettere ordinanze, perché i primi campionamenti dell’Arpa escludono conseguenze per la qualità dell’aria».

Già al lavoro la Procura di Lodi, che in giornata ha aperto un’inchiesta. Le ipotesi di reato sono incendio colposo e lesioni plurime colpose in violazione di norme sulla sicurezza del lavoro. Ipotesi che potrebbero essere riformulate nelle prossime ore sulla base degli esiti delle indagini. «Non sono io a dover dire cosa è accaduto, ma credo che l'incendio sia divampato da un macchinario - ha detto un dipendente -. I feriti ci stavano lavorando e mi sono subito precipitato a soccorrerli». «Ma in questa azienda - ha sottolineato un suo collega - problemi di sicurezza, pericoli, non ce ne sono mai stati». Sarà la Procura di Lodi a fare chiarezza.

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