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Li Muli ridisegna i loghi di Tgs ed Rgs: "Rimanendo in Sicilia si può ancora fare tanto"

Una grande stampa pop di Roy Lichtensein accoglie chi entra nel suo studio, al numero 1 di via Salvatore Vigo, a Palermo. È una donna bionda, dagli occhi azzurri. “Quando l'uomo cessa di creare cessa di vivere”: recita la nuvoletta. Seduto di fronte alla scrivania, Danilo Li Muli, mente creativa e originale di successo del panorama imprenditoriale siciliano. A lui e alla sua agenzia pubblicitaria si affidano i marchi più celebri del territorio: Brioscià, Bucalo, Cappadonia, Carrefour, Cocoon, Elenka, Famila, Flaccovio librerie, Giglio, Palermo calcio. Dalla ristorazione all'abbigliamento, dalle grandi aziende alle squadre sportive.

Alla sua agenzia pubblicitaria, Gomez & Mortisia, è più volte andato il premio Agorà, l'oscar della comunicazione. Ed è a lui che il Giornale di Sicilia ha assegnato il disegno, la progettazione e l'ideazione dei nuovi loghi di Tgs e Rgs.

“Quando mi ha chiamato la proprietà del Giornale di Sicilia per curare uno degli elementi più importanti dell'emittenza siciliana – racconta il pubblicitario palermitano - è stato un grande onore. Da piccolo ho vissuto queste televisioni, andavo lì dietro le quinte e mi divertivo”.

Ai microfoni di gds.it racconta la nascita dei loghi: “Tgs ha fatto una scelta di innovazione, tecnologica con i nuovi studi e ha voluto raccontarlo rinnovando anche il logo. L'idea era quella di andare a creare un segno moderno e unico, un segno morbido con tre lettere e l'inserimento in modo creativo della Sicilia”. Un ruolo chiave lo giocano anche i colori scelti: “Il colore è importante perché racconta delle emozioni - spiega Li Muli – il giallo è la Sicilia, la solarità, il concetto di calore. Il blu è una valorizzazione del concetto di isola, ho voluto ricreare il nostro mare”.

Figlio d'arte, Li Muli lo sa bene come nasce un logo. “A quattro anni guardavo papà che disegnava con il balaustrino e le matite i loghi delle aziende di allora – racconta - un logo nasce in mente, dallo studio, dalla conoscenza del prodotto. Rappresentare un'azienda con un segno è difficilissimo: in un così breve tratto devi raccontare tutto l'heritage che c'è dietro quell'azienda. In un logo c'è conoscenza, esperienza, curiosità. La curiosità è importante per fare questo lavoro”.

Secondo il creativo palermitano, un marchio non deve piacere ma funzionare e ai giovani che vogliono intraprendere il suo stesso percorso dice: “Io sono l'esempio che rimanendo in Sicilia si può fare tanto. Ai giovani che studiano comunicazione dico sempre che il posto c'è per le menti creative, bisogna studiare, essere curiosi e preparati”. Poi conclude: "Con il logo del Palermo e di Tgs ho raggiunto sicuramente il massimo della mia gioia".

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