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Furti ed estorsioni a Palermo: "Tutelare la memoria di chi è morto per mano mafiosa"

I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito tra Sicilia, Emilia Romagna e Puglia una ordinanza di Custodia Cautelare in carcere nei confronti di 24 persone. Le accuse sono di associazione per delinquere, estorsione, tentata rapina, detenzione illegale di armi, cessione illegale di armi, furto aggravato, ricettazione, simulazione di reato, produzione e traffico illegale di sostanze stupefacenti e lesioni personali.

Le indagini hanno consentito di disarticolare due associazioni per delinquere, risultate connesse con la criminalità organizzata, radicate nei quartieri popolari CEP - Cruillas - S.Giovanni Apostolo e Zen 2, del capoluogo siciliano, ma che operavano in tutto il territorio regionale. Dimostrata l’esistenza di una struttura organizzata in modo piramidale con a capo la famiglia reggente dei Cintura, storicamente e notoriamente specializzata nei delitti di natura predatoria, ed in cui gli appartenenti erano meticolosamente organizzati tra loro tanto che il tutto veniva considerato come una vera e propria attività lavorativa da svolgere con costanza e dedizione, con turni di lavoro precisi e scandagliati nel tempo.

"L'indagine è iniziata nel 2017 e conclusa nel 2019 e ci ha consentito di disarticolare due distinte organizzazioni. L'operazione prende il nome da uno dei furti commessi dal clan di Cintura ai danni di un luogo simbolo dell'antimafia", dichiara il capitano Leonardo Bricca, comandante della Compagnia dei carabinieri di Cefalù

"L'operazione è per noi motivo di soddisfazione nella consapevolezza di tutelare con il massimo sforzo la memoria e l'esempio per chi ha speso tutto se stesso nella ricerca dei valori di legalità", ha concluso.

 

 

 

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