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Coronavirus, a 72 anni sul treno da Torino a Palermo: “Sono nato qui e voglio morire qui”

"Sono nato qui e voglio morire qui". Racconta uno dei passeggeri giunto in serata a 72 anni da Torino con il treno partito ieri da Milano alla stazione centrale Palermo, arrivato nel capoluogo siciliano con 21 persone a bordo, nonostante siano limitati gli spostamenti in tutta Italia. "Quello che c'è al Nord c'è anche al Sud, secondo me è tutta una burla e non mi metterò in quarantena", prosegue dopo essere sceso stanco, bagagli a seguito, dal treno che lo ha riportato dal Piemonte in Sicilia.

Dalla Liguria arriva un altro siciliano "perché non volevo contagiare i miei coinquilini", ammette. Un altro ancora non vedeva l'ora di tornare a Trapani e confessa "non ho paura del coronavirus".

Intanto prosegue la polemica tra ministero dei Trasporti e la Regione Siciliana, che hanno «metri di valutazione diversi» sul numero di persone in fuga dal nord verso il sud, spinte a farlo dall’epidemia di coronavirus. «Abbiamo fonti diverse», ha detto all’AGI il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, reduce da un colloquio telefonico avuto nel pomeriggio con Paola De Micheli, dopo che il ministro dei Trasporti aveva smentito i dati che indicano migliaia di partenze verso il sud, e in particolare verso la Sicilia, avvenute nell’ultima settimana.

«Non voglio entrare in polemica, il tema non appassiona me nè i cittadini», sottolinea Musumeci, aggiungendo che i dati in possesso della Regione arrivano dall’autoregistrazione di 20.000 persone e che tra esse vi sono forse «alcuni che si erano registrati prima» dell’esodo di massa dell’ultima settimana. Quel che interessa più la Regione Siciliana, in questa fase «assai difficile», è un percorso di «responsabilizzazione del controllo». «Ho dato mandato a Falcone (assessore ai Trasporti, ndr) e a Razza (assessore regionale alla Sanità, ndr.) - ha spiegato Musumeci all’AGI- di lavorare a una regolamentazione ulteriore sulle partenze e sugli arrivi delle persone». Per il resto, valgono le regole di una responsabilizzazione collettiva: «Chi arriva in Sicilia da altre regioni - afferma Musumeci, ribadendo il contenuto di una sua ultima ordinanza - vada in quarantena"

«Chi arriva in Sicilia deve restare a casa e comunicarlo immediatamente alle autorità competenti. Per rispetto dei medici, degli operatori sanitari e di pubblica sicurezza e per contenere il contagio del coronavirus». Lo ha detto l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, parlando con i giornalisti a Messina, dove sono stati intensificati i controlli, anche da parte della Regione Siciliana, per chi giunge dal Nord in treno o con le navi. Il componente del governo Musumeci ha presieduto un vertice (al quale è intervenuto telefonicamente anche l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone), a cui hanno preso parte, tra gli altri, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti, il comandante del Nucleo operativo del Corpo forestale regionale Gianluca Ferlito, i rappresentanti del management delle Aziende sanitarie messinesi e i vertici delle società che si occupano dei trasporti marittimi. Per ottimizzare le operazioni di controllo, è stato stabilito di fornire, già a Villa San Giovanni, i moduli di censimento Coronavirus, che verranno poi riconsegnati al Corpo forestale al momento dello sbarco in Sicilia, dove proseguiranno, comunque, le verifiche sanitarie su automobilisti e passeggeri. Chi dovesse presentare sintomi riconducibili al Covid-19 sarà accompagnato in ambulanza presso un presidio ospedaliero oppure, se dovesse viaggiare in auto, verrà scortato dagli uomini della Forestale. «Quello che ci conforta su questi rientri - ha aggiunto Razza - è che se trentamila cittadini hanno voluto registrarsi sul portale della Regione è perchè intendono rispettare le regole. Dopo il 3 aprile vedremo quali sono stati i primi effetti di questo rigore. Le misure di pubblica sicurezza competono allo Stato e il dialogo tra la Regione e lo Stato è molto intenso anche in queste ore. Facciamo appello ai cittadini: chi deve ritornare in Sicilia lo faccia solo se indispensabile. Se non ci sono ragioni di indispensabilità, già ora il decreto del presidente del Consiglio dei ministri obbliga alla permanenza presso il proprio domicilio». Proprio da oggi è partito un controllo più serrato, come disposto dalla Regione."Ci saremmo aspettati qualche verifica in più - aggiunge Razza - lo invochiamo da settimane, ecco perchè il presidente Musumeci parlava della necessità di intensificare i controlli nei porti, gli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie. C'è la necessità di far capire a tutti che chi arriva in Sicilia deve rimanere a casa e avvisare l’autorità sanitaria, a questo serve il filtro che è in atto. Nelle prossime ore, anche con le autorità dello Stato, vedremo quali altre iniziative assumere. Mentre io sono qui, il presidente Musumeci sta interloquendo con i ministri Boccia e De Micheli con l’obiettivo di aumentare al massimo i controlli. Ci attendiamo da parte di tutti i cittadini un contributo a questa fase importantissima».

Video di Marcella Chirchio.

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