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Formazione in Sicilia, Crocetta: "L'opera di bonifica non è finita"

PALERMO. "La vicenda Anfe (l'arresto del presidente dell'ente, ndr) e la sentenza di Messina (la condanna di 20 persone, tra i quali il deputato di Fi Francantonio Genovese, nrd) mostrano l'entità dei problemi della formazione professionale, le difficoltà a riorganizzare questo mondo e a assicurare una continuità formativa".

L'ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta in conferenza stampa a Palazzo D'Orleans.

"Nel passato avevamo una formazione riconducibile alle organizzazioni dei lavoratori e agli enti religiosi con in media 350 enti, poi ce ne siamo trovati 3.500. A metà degli anni 2000 si è fatta l'operazione di allargare la spesa dalle risorse regionali al fondo sociale, triplicandola: siamo passati da 100 milioni del 2005 a quasi 400 milioni del 2012. Questo ha pesato sulle politiche attive del lavoro. Dal 2010 in poi, pur in presenza di un blocco, si è dato il via libera ad assunzioni indiscriminate, tant'è che ne abbiamo trovati oltre 12 mila. C'è stata un'azione clientelare di massa sulla formazione. Questo settore ha bisogno di una nuova legislazione".

Crocetta ha quindi rivendicato le scelte operate dal suo governo:

"Non avevamo scelta, ci trovammo in un contesto melmoso in cui chi voleva faceva un ente di formazione e veniva accreditato, creando questo scempio. Non credo che il ciclo di bonifica sia finito. Questi scheletri sono destinati a riemergere, a prescindere dall'azione dell'amministrazione, che in questi anni ha denunciato, mentre in passato ha operato nell'omertà".

Immagini di Marco Gullà

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