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A Trieste gli ultimi artigiani della pubblicità

(di Francesco De Filippo) (ANSA) - TRIESTE, 08 AGO - Gli anni '80 sono gli anni d'oro della pubblicità in Italia e anche l'ultima stagione dell'illustrazione disegnata a mano: l'utilizzo del computer poco più tardi avrebbe cambiato le regole. Gli illustratori che all'epoca avevano perizia con pennarelli, pastelli, pennelli, acrilico, aerografi, si consideravano - qualcuno a ragione - più vicini all'arte che non alla produzione. È il caso di tre grandi - Giampaolo Amstici, Giuliano Bartoli e Tomislav Spikic - a cui è intitolata a Trieste la mostra Tre Moschettieri. Conclusa l'esperienza della pubblicità, infatti, i tre - nella vita amici e antagonisti, tutti dell'area giulio-istriana - si sarebbero dedicati alla pittura. La mostra, aperta fino a settembre al Museo della civiltà istriana fiumana dalmata, ha un secondo significato: fare un bilancio a 40 anni esatti da una precedente mostra, La Matita Fedele, allestita sempre a Trieste.
    All'epoca i tre operavano a Milano, "erano gli anni della 'Milano da bere', dell'ottimismo in ascesa dopo il buio degli anni di piombo; anni che furono il top per le agenzie di pubblicità e loro erano molto in sintonia con quel mondo comunicativo", spiega Roberto Curci che curò quella mostra e cura anche questa. Il triestino Amstici (1946-2014), l'istriano (Isola d'Istria, 1946) Bartoli (che poi lavorò con la compagna Paola Patrizia Elli) e lo zagabrese di madre triestina Spikic (1932) crearono per marchi, prodotti nazionali e internazionali, dando paradigmi alla pubblicità e segnando l'immaginario collettivo italiano, che si trattasse delle storielle di Dolce mammina per le caramelle e il miele Ambrosoli, del Babbo Natale per Algida o per i supermercati Sidis, delle confezioni per i nuovi profumi di Gianni Versace, degli gnomi per le galosce Superga o del Gulliver per la EniChem. Illustratori che "risentono del surrealismo, ispirati dal realismo arguto, dall'illustrazione made in Usa di Norman Rockwell fino all'iperrealismo, con motivi magrittiani", segnala Curci. In questi 40 anni è cambiato il mondo, dalle tempere alla computergrafica. Non si è trattato soltanto di tecnica: è cambiato lo spirito. A confermarlo è ancora Curci: "Rispetto agli anni '80, c'è stata una mutazione: all'epoca la pubblicità era affabile, si usavano le mani, oggi invece è invasiva, aggressiva". I Tre Moschettieri, come li chiamavano, appartenevano alla generazione successiva a Metlicovitz, a Dudovich, a Gigi Cassetti (l'inventore delle palline Zigulì), tutti ancora della stessa area geografica e che avevano lasciato tratti scolpiti nella storia della pubblicità. (ANSA).
   

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