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In Versilia viaggio attraverso i capolavori di Simi

SERAVEZZA - Nel ricco panorama culturale della Versilia spicca una grande rassegna che celebra il maestro dell'Ottocento italiano Filadelfo Simi, nel centenario della sua scomparsa. 'Filadelfo Simi. Parigi Firenze e La Versilia. Il viaggio della vita' è il titolo della mostra che la città di Seravezza, la Fondazione Terre Medicee e la Comunità di Levigliani dedicano al pittore, presentandolo sotto una nuova luce.
    La rassegna, che ospita oltre 50 opere tra cui capolavori come il doppio ritratto dedicato ai genitori, la Ragazza in giallo e Reverie, vuole dare risalto al periodo francese dell'artista, in particolare ai suoi legami con il mondo del marmo e della scultura e ai suoi soggiorni in Versilia. La grande rassegna dei ritratti si inaugura il 30 luglio in 3 sedi diverse: le Scuderie Granducali e Palazzo Rossetti a Seravezza e Palazzo Simi di Levigliani, luogo di nascita dell'artista; la mostra resterà aperta al pubblico dal 31 luglio al 22 ottobre.
    In vita Simi ricevette il giusto riconoscimento delle sue capacità pittoriche e grafiche, anche con premi e incarichi prestigiosi, così come i suoi insegnamenti furono di riferimento per molti artisti nazionali e internazionali; lo dimostra il metodo Jerome, appreso negli anni del suo soggiorno parigino, e che è stato insegnato fino al 1987 nello studio fiorentino di via dei Tintori, ereditato dalla figlia Nera. Nella produzione di Simi il tema degli affetti e della vita familiare ha sempre avuto un importante risalto: l'omaggio che rese ai genitori nel 1886 con la stesura del famoso dittico, presente in mostra, trova eco negli innumerevoli ritratti della moglie e dei figli, nonché nelle opere dell'ultimo periodo, dove le scene di vita familiare quotidiana sono un tema ricorrente. Per realizzare il dittico Simi prese come modello quello dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca; fu poi il curatore Pietro Annigoni a dividere l'opera, in occasione della mostra del 1958 a Palazzo Strozzi, presentando le opere separatamente. Nel ritratto la madre Angiolina, solenne e con una commovente affettuosità, "ha le mani più belle di tutta la pittura dell'800", come scrisse l'artista Riccardo Bremer. Il padre Lorenzo gli fece da mecenate, sostenendo gli studi parigini e il suo rientro in Italia.
    Da Parigi a Madrid, le esperienze e gli studi, le visite ai musei più importanti, la partecipazione alle ricerche artistiche nei cenacoli internazionali furono fondamentali per l'artista, che si trasferì nello studio di pittura immerso nei boschi sulle alture apuane. Come d'uso tra i pittori dell'epoca, Simi si dedicò anche al Grand Tour, passando dalla Svizzera e viaggiando in Italia fino in Umbria, dove si trattenne colpito dal paesaggio ricco di vegetazione che riportò nei suoi dipinti, in particolare quelli della Valle del fiume Nera e delle cascate delle Marmore. Nel 1886 frequentò la Versilia dividendosi tra Stazzema e Seravezza, dove conobbe Adelaide de Beani che divenne sua moglie e modella di molte opere. Nella quiete dei boschi, nella vita rurale e nel contatto con i lavoratori della terra, che divennero eccellenti modelli, trovò l'ispirazione per la ricca produzione dei lavori che lo resero famoso e che in parte oggi ritroviamo nella mostra: Le parche, Il sospetto, Il riflesso, Il pensiero,Fior di Vitalba, Ragazza in giallo e Reverie.

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