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La bellezza dell'immateriale nel museo

 Esposizioni immersive, realtà aumentata, videogiochi: i musei si rinnovano e si trasformano grazie alle tecnologie digitali, in grado di coinvolgere e conquistare un pubblico che cerca esperienze nuove rispetto a contesti più tradizionali. Nel mondo si sta sviluppando la tendenza di creare nuovi spazi museali all'avanguardia e innovativi, legati a concetti immateriali o a idee filosofiche.
    L'ultimo nato è il Museo del Futuro Motf di Dubai, costruito per ispirare le nuove generazioni con un progetto ambizioso che è già diventato un'icona architettonica e culturale nel mondo. Il Motf sorge nel cuore del quartiere finanziario di Dubai come "museo vivente in costante metamorfosi", che invita i visitatori ad avventurarsi in un viaggio di scoperta nello spazio e nel tempo, dove immaginare il futuro e tutte le sue infinite possibilità attraverso l'uso dei cinque sensi. Con i suoi 77 metri di altezza e i suoi 1.024 pannelli separati in acciaio inossidabile e vetro, lo spettacolare edificio è una meraviglia architettonica, costruita utilizzando la tecnologia robotica e con un'attenzione particolare alla sostenibilità. La struttura senza pilastri ospita sette piani ed è alimentata a energia solare, mentre la facciata è decorata con calligrafie arabe, una delle quali recita "Il futuro appartiene a coloro che possono immaginarlo, progettarlo e realizzarlo. Non è qualcosa che si aspetta, ma che si crea". E' un messaggio di ispirazione, speranza e motivazione dalla città del futuro al mondo.
    L'edificio futuristico rappresenta l'umanità in tutta la sua forza, la creatività e la capacità degli uomini di esistere nell'ambiente circostante; il vuoto ellittico invece ne simboleggia l'ignoto. Il museo, dunque, si candida come centro per visionari, talenti e grandi menti da tutto il mondo in grado di creare soluzioni per le sfide dell'umanità e ispirare le generazioni future. Info: museumofthefuture.ae/en Dagli Emirati Arabi si vola a Tokyo, in Giappone, dove si trova il Mori Building Digital Art Museum, un luogo magico di 10mila metri quadrati pensato dal TeamLab Borderless per essere "senza confini", tutto giocato su meraviglie percettive e magie digitali che offrono esperienze aumentate. Grazie alle nuove tecnologie, il museo è un luogo di bellezza immateriale: gli allestimenti sono pensati per far provare agli spettatori esperienze concrete e a interagire con l'ambiente. Tra i tanti progetti spicca Athletic Forest che mette a disposizione percorsi nei quali saltare, arrampicarsi, interagire con le proiezioni e calarsi in uno scenario fantastico. E' uno spazio che stimola il cervello e allena le capacità cognitive spaziali.
    Info: borderless.teamlab.art Dal Sol Levante al vecchio continente dove a Zagabria c'è il Museo delle relazioni finite (brokenships.com) che raccoglie gli oggetti simbolo di amori passati, dai peluche alle lacrime versate. Nasce come un gioco, come bisogno di sdrammatizzare e si trasforma in un esperimento sociale molto interessante.
    L'idea, infatti, è stata copiata a Los Angeles, dove si trova il Museum of broken relationships: simile al museo croato, è un luogo dove archiviare le emozioni. Info: brokenships.la Sempre a Zagabria c'è il Museo delle Illusioni che ospita ologrammi, stanze anti-gravità, magie ed enigmi, un mondo incredibile per dimostrare che nulla è come appare. Decine di attrazioni ed esperienze fanno sorridere e pensare: caleidoscopi, illusioni ottiche, trucchi e rompicapo per tutte le età. Info: muzejiluzija.com Anche in Italia c'è un museo degli amori finiti: un vecchio magazzino tessile di Aggius, in Sardegna, è stato trasformato in un museo che racconta l'amore perduto. Vi sono esposti foto, testi di canzoni, disegni e oggetti che raccontano piccole e grandi storie d'amore. E' un luogo fatto di ricordi e di sentimenti più che di oggetti, e che si estende anche virtualmente sulle pagine di Facebook e Instagram, dove ognuno può inviare la propria foto e partecipare a un percorso fotografico. Info: museodellamoreperduto.it E' a Roma il Museo-laboratorio della Mente, nato nell'ex manicomio di Santa Maria della Pietà: offre un'esperienza immersiva nella follia e nei comportamenti ossessivi. Postazioni interattive, video e documenti inducono a muoversi come un malato e a interpretare i disagi e le difficoltà vissute dalle persone affette da disturbi mentali. Il museo, dove è ricostruita la storia dell'ospedale e della psichiatria, è in fase di ristrutturazione ma si possono visitare su appuntamento alcuni spazi; info: museodellamente.it Sempre a Roma c'è il Museo delle Anime del Purgatorio, ospitato nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio sul Lungotevere Prati. L'originale museo raccoglie e conserva sulle pareti numerose testimonianze - immagini, libri e impronte - che proverebbero l'esistenza del Purgatorio e dei defunti che vi soggiornano in attesa di salire in Paradiso.
    Si vola a Istanbul per visitare il Museo dell'Innocenza, nato dalle pagine del romanzo di Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura, che racconta le vicende di Kemal e Füsun intrecciate alle storia della Turchia. Il museo letterario, ospitato in una palazzina rossa nel quartiere di Çukurcuma, permette di entrare tra gli oggetti e i sentimenti descritti nel libro, in un continuo passaggio dalla realtà alla finzione. Il risultato è un'affascinante vertigine e un omaggio al potere dell'immaginazione di plasmare la realtà che ci circonda.
    Infine ci sono altri due musei-non musei, due luoghi espositivi atipici: il Museo della Bora a Trieste, che raccoglie vasi con all'interno aria della bora locale e dei diversi venti del mondo e strumentazioni per misurarli o per ricavarne energia; e nell'Istituto dei Ciechi di Milano un capannone privo di luce dove chiunque può provare la sensazione del buio totale e riconoscere gli oggetti esposti in un percorso sensoriale. Sui tratta del laboratorio "Dialoghi nel buio" dove lo slogan recita: "Non occorre vedere per guardare lontano". Info: museobora.org e dialoghinelbuio.org.
   

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