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Antesteria, lo spazio dionisiaco di Peter Halley

ORANI - Uno spazio euforico in bilico tra ordine e caos, reso vivace e coloratissimo da immagini dalle tinte fluorescenti, in cui un repertorio geometrico di celle e condotti, simbolo delle strutture rigide del tardo capitalismo - i grattacieli, ma anche i microchip del computer - si mescola ai riferimenti all'arte del passato, dal Rinascimento a Warhol, passando per Matisse e sfiorando i graffiti delle caverne. E' una trasformazione radicale, dall'indubbia potenza visiva, quella che Peter Halley ha pensato per interpretare e "rivestire" gli ambienti del Museo Nivola di Orani (Nu) destinati alle mostre temporanee: qui, nell'edificio chiaro e lineare di fine '800 che un tempo era il lavatoio del paese, dal 12 maggio (ma l'apertura effettiva al pubblico si spera possa esserci a partire dal 17 maggio, se la Sardegna sarà classificata "gialla") al 22 agosto i visitatori troveranno l'installazione "Antesteria", appositamente progettata dall'artista statunitense, figura chiave del Neo-concettualismo americano degli anni Ottanta. In questa mostra, a cura di Giuliana Altea e Antonella Camarda, la ricerca di Halley contamina l'interno dell'edificio per trasformarlo attraverso wallpaper e stampe digitali, proponendo quello "sconfinamento" tra arte, architettura e design perseguito fin dalla sua nascita dal Museo sardo, immerso in un parco nel cuore della Sardegna e dedicato allo scultore Costantino Nivola, uno dei protagonisti del movimento per la "sintesi delle arti" di metà Novecento. Se nelle ultime mostre - nel 2018 il progetto per la Lever House a New York e nel 2019 le due edizioni di Heterotopia realizzate nel 2019 ai Magazzini del Sale nell'ambito della Biennale di Venezia e alla galleria Greene Naftali a New York - lo spazio creato dalle installazioni di Halley era "disturbante", labirintico, capace di disorientare lo spettatore, al Nivola invece i toni sono quelli della gioia e della vitalità, nel senso di una rinascita forse ora finalmente possibile, dopo i mesi più duri della pandemia: a indicarlo è il titolo della mostra, che rimanda alla festa dei fiori celebrata in primavera nell'antica Grecia in onore di Dioniso, durante la quale, col dio presente, venivano rappresentate tragedie e commedie. Con l'installazione tutti i centimetri delle pareti e delle vetrate dell'ex lavatoio sono rivestite da forme e colori che danno un nuovo senso allo spazio, unendo colore, disegno e linguaggio (con frasi che richiamano concetti e riflessioni), e la luce che cambia in ogni momento della giornata: un invito a vivere l'ambiente "rigenerato", non solo a transitarci, con l'idea di usare quell'energia dionisiaca che trasuda dal lavoro di Halley anche ospitando nei prossimi mesi eventi e performance. "Mentre progettavo l'installazione non sono potuto andare ad Orani a causa della pandemia, e ho visto soltanto fotografie del paesaggio e del museo, un luogo ordinato, pieno di luce: allora ho pensato di interrompere questo bianco uniforme e questa serena armonia con un'energia dionisiaca", ha spiegato Peter Halley presentando la mostra in collegamento da New York, "lo spazio dell'allestimento è un ex lavatoio ma è costruito come una chiesa e non ho avuto scelta che adattare l'installazione alle decorazioni pittoriche di una chiesa. Io sono sempre stato affascinato dall'Italia e dalle sue chiese, in cui si sovrappongono tanti strati di storia, e questa stessa cosa volevo renderla nel mio lavoro per il Nivola. Ma Antesteria non nasce solo da questa ispirazione, è anche un lavoro molto personale, perché tutte le immagini derivano da miei precedenti lavori. Grazie alla magia del digital printing tutti questi elementi possono stare insieme".

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