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L'11 maggio i parchi a tema in piazza, aprire prima del 1 luglio

(ANSA) - ROMA, 07 MAG - "I personaggi dei cartoon più amati dai bambini scendono in piazza per difendere il diritto alla magia dei parchi divertimento e la dignità umana e professionale di oltre 60.000 lavoratori, tra occupati fissi, stagionali e dell'indotto, fortemente preoccupati per il loro futuro, a causa delle decisioni di un governo che ha sistematicamente ignorato le istanze della categoria". Lo annuncia l'Associazione Parchi Permanenti Italiani aderente a Confindustria, che ha indetto una manifestazione per martedì 11 maggio, alle 11.30 in Piazza del Popolo a Roma. La petizione #NO1luglio - contro il rinvio fino a quel giorno della riapertura dei parchi, prevista nel decreto anti-Covid del governo -, "in pochi giorni ha già raccolto decine di migliaia di firme e che continuerà anche dopo l'evento, allo scopo di anticipare il via libera ai parchi tematici e acquatici". Giuseppe Ira, presidente dell'Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (Bergamo), sottolinea: "Il governo sta giocando con il futuro di migliaia di lavoratori, molti dei quali sono stagionali e dal 30 aprile hanno perso ogni sussidio.
    Le istituzioni non possono continuare ad ignorarci. Chiediamo di poter aprire prima, come avviene all'estero e come sarebbe logico dopo le dichiarazioni del premier Draghi riferite all'invito ai turisti stranieri a tornare in Italia a partire dal 15 maggio. Sarebbe spiacevole che i turisti trovassero chiusi solo i parchi a tema: le nostre sono attività sicure, all'aperto e i protocolli predisposti lo scorso anno hanno dimostrato di funzionare perfettamente".
    Il settore è composto da circa 230 strutture tra parchi a tema, faunistici, avventura e acquatici. Nel 2019 ha generato un giro d'affari superiore ai 400 milioni di euro e 25.000 posti di lavoro diretti (tra occupati fissi e stagionali). Cifre che salgono rispettivamente a 2 miliardi di euro e 60.000 addetti considerando l'indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali. Nel 2020 il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all'apertura, 5 parchi italiani sono passati sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali. (ANSA).
   

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