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A piedi nel cuore verde d'Italia,sulle vie della transumanza

(ANSA) - PESCARA, 15 SET - "E' nostro compito difendere fortemente la natura. E' un dovere sociale custodire i tesori dell'Abruzzo. Perché l'aspetto del paesaggio è unico, come lo sono la grazia dell'aquila in volo o i colori dei fiori di montagna. Vale la pena proteggere tali preziosità invece che svenderle". Sono parole di Herbert Grabe, operatore turistico, fotografo e artista che dal 1995 organizza viaggi in varie regioni d'Europa, dall'Estremadura alla Gallura all'Abruzzo; e con la regione italiana ha un legame quasi viscerale.
    Affascinato dal mondo pastorale con cui ha tenuto contatti costanti negli ultimi trent'anni, Grabe nel 2015 allestì a Regensburg una mostra fotografica con 41 immagini in bianco e nero selezionate tra le sue tante foto scattate in Abruzzo.
    L'evento era una delle iniziative per festeggiare i vent'anni della sua attività di tour operator - 'Erde und wind' (Terra e vento) - specializzato in piccoli gruppi al di fuori del turismo di massa, incentrato sul binomio cultura/natura comprensivo delle tracce della transumanza. Tale fu l'interesse per il tema che la mostra è stata replicata, con alcune integrazioni, a fine 2019. In questi giorni Grabe è tornato in Abruzzo.
    Nella primavera scorsa avrebbe dovuto aver luogo il sessantesimo viaggio organizzato in Abruzzo da 'Erde und wind', la pandemia lo ha impedito. Grabe però ha pensato a qualcosa di nuovo e, insieme a due amici, ha ideato un viaggio a piedi con un percorso "nel quale ogni passo porta con sé una scoperta". "L'Abruzzo appartiene ai paesaggi più affascinanti d'Europa.
    Camminando valichiamo l'Appennino attraversando il territorio da un mare all'altro". E così ha fatto: i tre sono partiti da Gaeta, hanno attraversato a piedi l'Appennino; fra le tappe, sabato scorso Serramonacesca (Pescara), dove hanno incontrato amici allevatori, mercoledì 16 settembre saranno a Bucchianico (Chieti) dove altri amici hanno pensato di allestire una mostra che sottolinei il vero senso del viaggio: libri, articoli, illustrazioni di autori tedeschi o in lingua tedesca sull'Abruzzo saranno esposti nel chiostro del Municipio. Titolo dell'esposizione 'Abruzzen: dal Grand Tour al turismo di oggi'.
    Una mostra preziosa - a cura di Antonio Bini, studioso di storia e tradizioni abruzzesi, già dirigente del Settore Turismo della Regione, e di Angela G.Natale, docente di Lingua tedesca - che racconta la promozione turistica nel tempo: 40-50 pezzi tra i quali il primo opuscolo "Abruzzen" dell'Enit pubblicato nel 1927; un raro opuscolo dei primi anni Cinquanta di un albergatore di Ovindoli, tedesco ebreo che si era salvato in Abruzzo durante la guerra. E ancora, la prima pagina dell'articolo 'Das bergland im herzen italiens (La terra montuosa nel cuore d'Italia)' di C. Delius, pubblicato sul mensile 'Durch alle Welt', numero di agosto 1933; vi si legge, tra l'altro (nella traduzione di Monika Kugler): "L'estremo isolamento della regione - fino all'inizio del nostro secolo ignota non solo agli stranieri, ma anche agli italiani e visitata da pochissimi forestieri - ha avuto anche un lato positivo. Il popolo che abita in questa terra montuosa, è rimasto genuino fino ad oggi; i suoi costumi e le tradizioni sono gli stessi da tempi antichissimi".
    Grabe, che con un certo orgoglio nella nuova recente presentazione dell'Abruzzo di 'Erde und wind' informa che dal dicembre 2019 la Transumanza è stata riconosciuta patrimonio immateriale dell'umanità da parte dell'Unesco, in questo nuovo viaggio in Italia ha potuto rivedere alcuni dei pastori fotografati in occasione del suo progetto e della mostra "Transumanza", oltre a guide e operatori turistici con i quali negli anni ha instaurato sinceri rapporti di amicizia. (ANSA).
   

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