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L'arte rubata, da Van Gogh a Picasso

AMSTERDAM - E' Vincent Van Gogh il pittore preferito dai ladri di opere d'arte: nel corso degli anni sono stati tantissimi, molti dei quali rocamboleschi, i furti nei musei che esponevano le opere del prolifico pittore olandese; tele generalmente di dimensioni ridotte, quindi facili da nascondere come "I girasoli", "Mangiatori di patate" o "Fiori di papavero". L'ultimo furto è recentissimo: risale allo scorso 30 marzo, giorno del 167/o compleanno del pittore, quando il quadro "Giardino della canonica a Nuenen in primavera", il primo olio su tela dipinto nel 1884, è stato rubato dal museo olandese Singer Laren. Chiuso per la pandemia Covid-19, i ladri hanno sfondato la porta a vetri del museo e hanno sottratto il dipinto, che era momentaneamente in prestito dal museo Groninger, sempre in Olanda.
    Secondo i dati dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, comando istituito nel 1969, ogni anno i furti d'arte producono un giro d'affari superiore ai 6 miliardi e mezzo di euro: la storia del collezionismo è segnata da ruberie che colpiscono non solo il singolo museo o galleria, ma anche l'intera collettività che viene privata di un patrimonio culturale unico e irripetibile. Dal 1980 inoltre è stata creata una banca dati utile nell'individuare e recuperare le opere rubate. E' spesso facile ritrovarle perché il loro valore è legato all'autenticità; dunque senza documenti che ne attestino la provenienza legale, sono nella maggior parte dei casi impossibili da vendere.
    Nella storia dei furti di opere d'arte il caso più eclatante e avvolto ancora nel mistero è quello della "Gioconda", il capolavoro di Leonardo da Vinci, rubato dal Louvre nell'agosto del 1911 e ritrovato due anni dopo nella casa fiorentina di Vincenzo Peruggia, ex impiegato del museo parigino. Il ladro, che si chiuse in uno sgabuzzino e ne uscì con la tela nascosta nel cappotto, si giustificò dicendo che era stato un furto patriottico per riportare in Italia la Monna Lisa, poi restituita alla Francia.
    Il 18 marzo del 1990 due ladri camuffati da poliziotti entrarono nell'Isabella Stewart-Gardener Museum di Boston e rubarono 13 quadri nella più grande rapina di opere d'arte della storia. Tra le tele vennero trafugate "La tempesta del mare di Galilea", l'unico paesaggio marittimo dipinto da Rembrandt nel1663, che ritrae Gesù mentre calma la tempesta durante la traversata del mare di Galilea con i suoi discepoli, e il prezioso olio su tela "Concerto a tre", realizzato nel 1667 da Johannes Vermeer. Fu un furto su commissione che riscosse grande risonanza e per il cui ritrovamento venne offerta per la prima volta una ricompensa, mai riscossa, di 5 milioni di dollari. Nessuna delle 13 opere d'arte è stata mai più ritrovata e il museo mostra ancora oggi le cornici vuote dei dipinti rubati.
    A febbraio del 1994 due uomini mascherati entrarono nella galleria nazionale di Oslo e rubarono l'opera più rappresentativa del pittore Edvard Munch: "L'Urlo", dipinto nel 1893. Al posto della tela, appesa alla parete senza nessun allarme o vetro di protezione, lasciarono un biglietto che diceva «grazie per la scarsa sicurezza». L'opera venne ritrovata 3 mesi dopo in un albergo della capitale e riportata al museo, dove però ad agosto del 2004 venne rubato nuovamente da rapinatori armati fino ai denti. Il celebre quadro venne recuperato due anni dopo dalla polizia norvegese.
    Il 22 febbraio 1997, poco prima dell'inaugurazione di una mostra, venne trafugato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza il dipinto "Ritratto di signora", realizzato da Gustav Klimt tra il 1916 e il 1917; misteriosamente il quadro venne restituito alla galleria 23 anni dopo, a dicembre del 2019, lasciato all'interno di una borsa ritrovata da alcuni giardinieri.
    Nel 1998 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma tre banditi incappucciati e a piedi scalzi sequestrarono le guardiane del museo e rubarono due quadri di Van Gogh e uno di Paul Cezanne, l'inestimabile "Cabanon de Jourdan", dipinto dal pittore francese nel 1906. La tela venne ritrovata qualche settimana dopo e riportata alla Galleria della Capitale.
    E' sempre a danno di Van Gogh un altro clamoroso furto messo in atto a dicembre del 2002 nel museo Van Gogh di Amsterdam: poco prima dell'apertura al pubblico i ladri utilizzarono una scala per arrampicarsi fino al tetto e da lì si calarono nella sala del museo, evitando i sistemi di sicurezza. Tra le tele rubate c'era "Vista della spiaggia di Scheveningen", dipinta nel 1882, che appartiene al primo periodo olandese del pittore e ha un valore incalcolabile. Solo nel 2016 l'opera venne ritrovata dalla Guardia di finanza italiana a Castellammare di Stabia, nell'abitazione del boss della camorra Raffaele Imperiale e riconsegnata al museo.
    Nel giugno del 2007 dall'Art Gallery of New South Wales di Sydney, in Australia, fu sottratta un'opera dell'olandese Frans van Mieris, "A Cavalier", un autoritratto a olio su pannello di legno dipinto nel 1635. Il quadro di piccole dimensioni venne rubato durante l'orario di visita e mai più ritrovato.
    Risale al 2010 il furto di 5 opere d'arte al Musèe d'Art Moderne de la Ville de Paris: tra queste c'è l'opera cubista "Le Pigeon aux Petits Pois" dipinto nel 1911 da Pablo Picasso. L'anno seguente venne arrestato un uomo che, interrogato, affermò di aver gettato la tela nella spazzatura; ma gli inquirenti la stanno ancora cercando.
    Il 16 ottobre 2012 nel Kunsthal Museum di Rotterdam ci fu un clamoroso furto di opere d'arte: vennero trafugati capolavori di Gauguin, Picasso, Freud, De Haan e la tela "Ragazza che legge in bianco e giallo", dipinta nel 1919 da Henri Matisse. I ladri si introdussero nel museo attraverso un'uscita di sicurezza e portarono via le tele in pochi minuti. Le opere non vennero mai più ritrovate, anche se uno dei presunti ladri disse di averle distrutte bruciandole. 

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