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de Maistre ci insegna a viaggiare nella nostra camera

 ''Secondo i calcoli di padre Beccaria la mia stanza si trova al 45° grado di latitudine; va da levante a ponente; se si cammina rasente ai muri forma un quadrato di trentasei passi di perimetro. Il mio giro però ne conterà molti di più, perché spesso l'attraverserò in lungo e in largo, ma anche in diagonale, senza una regola o un metodo.
    Camminerò anche a zigzag e, se necessario, traccerò tutte le linee previste in geometria'': inizia così il ''Viaggio intorno alla mia camera'' scritto a fine Settecento a 26 anni dallo scrittore e capitano militare Xavier de Maistre e divenuto un piccolo classico.
    Nonostante le infinite possibilità oggi di connessione e svago, grazie a internet e tv, c'è chi non sa gestire il proprio tempo e smania per l'obbligo di star chiuso in casa per qualche decina di giorni. A costoro, ma non solo ovviamente, potrebbero essere di distrazione, e perché no di suggerimento se non di insegnamento, queste poco più di cento pagine, ricche, intense, piene di vita pur costrette appunto in un ristrettissimo spazio, nate per impegnare il tempo di una reclusione di 42 giorni, cui fu condannato, dopo un duello con un suo compagno d'arme, l'autore, capitano dell'esercito francese in servizio a Torino, capitale dell'allora Regno di Sardegna dal 1787 al 1793.
    In 42 capitoli, quanti sono i giorni di confinamento, muovendosi con la poltrona da cui non ama scrollarsi, percorre in lungo e in largo, con tutte le varianti possibili i poco più di trenta metri di perimetro della sua stanza, osservando, descrivendo, ma soprattutto commentando mobili e oggetti che sono l'occasione per aneddoti, che richiamano soprattutto vecchi ricordi ma suscitano anche fantasie, permettendogli di evadere dalla sua esistenza contingente, nell'attesa della fine della pena, sognando, desiderando, presentendo questo viaggio tanto metaforico quanto reale. Un racconto, un monologo dell'autore che si trasforma spesso in un dialogo, attraverso uno sdoppiamento di sé, l'anima e quella che è detta "l'altra", la bestia, cioè il corpo, parti che battibeccano con grazia, chiamandosi con rispetto persino "Madame", e da cui spesso esce vincitrice la parte più materiale, presente, concreta.
    Il tutto scritto con grande delicatezza con ricchezza di sentimento e una malinconia non respinta ma esplorata con un tono libero e quasi sbarazzino, settecentesco pur nel suo sentire preromantico, sottolineando l'importanza e il valore prezioso di ritrovarsi con se stessi nella propria camera, al riparo dal mondo, dalle gelosie degli uomini, dai colpi della fortuna. Con lui sono una cagnetta amatissima, Rosine, e un attendente-servitore, Joannetti, prediletto e definito insostituibile, ma che lo abbandona all'improvviso perché si sposa e si deve trasferire ad Asti.
    Passando da un mobile a un oggetto, de Maistre descrive le stampe e i quadri della stanza e presenta per ultimo, come pezzo forte della collezione il quadro più apprezzato dagli ospiti, soprattutto dalle dame, che in realtà è uno specchio, che, sempre "imparziale e vero, rimanda agli occhi dello spettatore le rose della giovinezza e le rughe dell'età matura, senza calunniare né lusingare nessuno". Uno dei quadri è molto importante per l'autore: è il ritratto della signora di Hautcastel, presenza forte, compagna sorridente e amabile del viaggio pur nella sua assenza, amata e fascinosa figura femminile vagheggiata con sentimento, che diventa un continuo sottile richiamo durante le lunghe giornate e le divagazioni.
    Del ''Viaggio intorno alla mia stanza'' esistono varie edizioni non recenti che si possono ordinare sulle piattaforme on line e, per chi poi fosse incuriosito e magari apprezza una certa lingua e stile, c'è anche la traduzione di Paolina Leopardi, sorella di Giacomo, del ''Viaggio notturno attorno alla mia camera'', che è una sorta si seguito, più esile, dell'altro. (ANSA).
   

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