A Palazzo Reale si ricorda la conquista della luna ma, cinquant'anni dopo, tutti gli occhi sono puntati su Marte. "La prossima tappa è quella", dice Fabrizio Bocchino, direttore dell'Inaf-Osservatorio astronomico di Palermo. La luna potrebbe diventare la stazione di appoggio per una nuova missione spaziale molto più straordinaria di quella dell'Apollo 11. I tempi non si possono però prevedere. Sia perché le risorse da investire sono ingenti sia perché manca, come nel 1969, lo stimolo di una sfida tra grandi potenze. "Allora - dice Bocchino - Stati Uniti e Unione Sovietica cercavano una supremazia non solo militare ma geopolitica. Erano i tempi della guerra fredda. E c'era una gara ad arrivare primi". Si combinavano allora due interessi: quello scientifico e quello politico. Le condizioni di una nuova sfida non ci sarebbero più. Almeno non ci sarebbero con la stessa prevalenza di prima. Ora, secondo Bocchino, prevalgono le ragioni della scienza.