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Agronomi, da roghi a nubifragi manca la prevenzione

Dai roghi alle grandinate, le conseguenze dei fenomeni metereologici che stiamo vedendo sono direttamente collegate all'emergenza climatica, ma anche alla mancanza di una politica di gestione del territorio. A invitare ad "uscire da una logica emergenziale" è Sabrina Diamanti, presidente del Consiglio degli Ordini dei dottori agronomi e forestali (Conaf), che commenta così un'Italia divisa in due tra i nubifragi al Nord e il rischio incendi al Sud.

"In questi giorni assistiamo a eventi ripetuti che hanno coinvolto aree differenti in rapida sequenza. Le immagini mostrano grandinate di intensità fuori scala, linee ferroviarie e strade interrotte, danni consistenti a colture, viali alberati e parchi", spiega. A fronte di questo, "ci preme - precisa - collaborare con le istituzioni ai vari livelli per uscire dalla logica emergenziale, poiché queste situazioni si ripeteranno con frequenza e intensità crescente".

Allo stesso tempo il Centro e il Sud Italia sono afflitti da un caldo intenso, che segue una primavera siccitosa. "Gli incendi rappresentano l'incubo del periodo ma si tratta di situazioni predicibili". Per questo motivo, prosegue il presidente Conaf, "come tecnici, insistiamo per lavorare nella prevenzione degli incendi partendo dalla pianificazione e progettazione del territorio passando per la realizzazione di opere specifiche quali fasce parafuoco, invasi e attuazione di incendi di interfaccia, ripensando la sistemazione della viabilità forestale e, soprattutto, gestione attiva del bosco". 

"Prevenzione, intervento e ripristino sono le tre fasi per gestire il territorio, ma troppo spesso - conclude Diamanti - manca il primo". Tante, invece, "sono le azioni da pianificare e realizzare prima di arrivare all'emergenza".

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