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Venezia: laviamo le viti con acqua e gesso per salvare vino

ROMA - "Stiamo provvedendo a bagnare e lavare la vite con l'acqua per togliere dalla coltura il sale marino, cercando così di eliminare la sua aggressività e utilizzando anche il gesso per recuperare il vitigno finito sott'acqua due volte, lunedì e venerdì". Il viticoltore Gianluca Bisol, proprietario della tenuta vitivinicola "Venissa" nell'isola di Mazzorbo dell'arcipelago di Venezia, fa il punto con l'ANSA sui danni causati in laguna dall'acqua alta in questi ultimi giorni.

"In queste ore - racconta Bisol - siamo impegnati a recuperare un vitigno di due ettari situato nella Venezia Nativa e precisamente nell'isola di Mazzorbo dell'arcipelago di Venezia. Se il nostro lavoro non avrà un risultato positivo, stimo che il danno possa essere intorno al mezzo milione di euro".

"Il nostro sforzo di salvataggio riguarda in particolare - aggiunge Bisol - la Dorona, una varietà autoctona che era scomparsa nel 1966 con l'alluvione e che noi abbiamo recuperato in questi anni. Ora speriamo che il lavoro di questi giorni sia premiato con la primavera". Da parte di Bisol non manca un'azione di solidarietà nei confronti di tutte le attività ristorative di Venezia che hanno subito danni. "Abbiamo deciso - annuncia Gianluca Bisol - di mettere all'asta 6 Magnum di vecchie annate del vino Venissa per un valore che può arrivare a circa 5mila euro.

Con il ricavato intendiamo aiutare anche gli abitanti dell'Isola di Burano che conta oggi 250 residenti e che è collegata all'isola di Mazzorbo da un ponte di legno". Quanto invece all'attività di ospitalità e ristorativa attiva nell'isola di Mazzorbo, accanto al vigneto, il titolare di Venissa precisa: "abbiamo riportato danni per 60mila-70mila euro alla struttura ricettiva e al ristorante, che ha recentemente visto confermata una stella Michelin ed è guidato dalla chef Chiara Pavan''.

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