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L’Europa del Medioevo meno calda del previsto

Un’innovativa analisi degli anelli di accrescimento degli alberi del Nord Europa mette in dubbio l’esistenza del cosiddetto Periodo caldo medievale, un periodo durato circa 300 anni (tra il 950–1250 d.C.) caratterizzato da un clima caldo e usato spesso per mettere in dubbio l’impatto umano sull’attuale crisi climatica. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Nature e coordinato da Marco Carrer, dell’Università di Padova, e da Georg von Arx, dell'Istituto Federale Svizzero di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio, l’aumento delle temperature in quel periodo fu inferiore a quanto ritenuto finora.

“Da tempo si discute dell’anomalia del cosiddetto Periodo caldo medievale, un periodo che secondo analisi degli anelli di accrescimento degli alberi sarebbe stato particolarmente caldo, anche se non come quello attuale, eppure secondo i modelli climatici quel periodo fu caldo ma non come sostenuto dallo studio degli anelli”, ha detto all’ANSA Carrer. A testimoniare un periodo insolitamente caldo ci sono anche altre fonti storiche, ad esempio la riduzione dei ghiacciai alpini e le esplorazioni dei Vichinghi verso l’America, ma la sua quantificazione è ancora fonte di dibattito e usata spesso come prova delle naturali oscillazioni climatiche del pianeta. Secondo i modelli matematici quel periodo fu molto meno caldo di quanto sostenuto da varie prove raccolte finora e ora un nuovo più accurato metodo di indagine degli anelli di accrescimento degli alberi sembrerebbe dare ragione ai modelli matematici. “Così come telescopi sempre più potenti permettono nuove scoperte e confutare altre teorie così è anche con altri strumenti scientifici”, ha spiegato Carrer.

“Qui siamo riusciti a misurare lo spessore delle pareti cellulari di milioni di alberi, qualcosa di mai fatto prima”. Tecnica che ha permesso di ricostruire la storia delle temperature degli ultimi 1200 anni con una ‘pulizia’ senza precedenti: “gli anelli degli alberi crescono registrando anche i disturbi esterni, ad esempio incendi o uragani. Con questa tecnica siamo riusciti a eliminare quei disturbi in molto accuratissimo”, ha aggiunto. Uno degli elementi più significativi del lavoro è relativo al Periodo caldo medievale che sarebbe stato molto meno caldo di quanto registrato finora dalle analisi degli anelli di accrescimento, dato che si accorderebbe bene invece con gli andamenti previsti dai modelli climatici del passato.

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