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Il satellite Aeolus rientrato sull'Antartide

 
Il rientro nell'atmosfera del satellite europeo Aeolus è avvenuto sull'Antartide. Lo rende noto l'Agenzia Spaziale Europea, citando i dati del Comando di Difesa Aerospaziale degli Stati Uniti, il Norad. Dopo che nel tardo pomeriggio di ieri il Centro di controllo dell'Esa aveva inviato l'ultimo comando al satellite, questo ha continuato a ridurre la sua quota fino all''impatto con l'atmosfera che, secondo i dati resi noti dall'Esa, sarebbe avvenuto alle 20,40 italiane del 28 luglio, più o meno 5 minuti, oltre il Circolo Polare Antartico a 71 gradi Sud e 150 gradi Est.

 

Schema delle operazioni per il rientro del satellite Aeolus (fonte: Esa)

 

Si è conclusa così la prima manovra di rientro controllato di un satellite. Pesante 1,3 tonnellate, Aeolus era un satellite per l'osservazione della Terra progettato per studiare i venti e dal 2018 ha fornito dati preziosi per le previsioni meteorologiche e per i modelli climatici, anche grazie alla tecnologia italiana, con lo strumento Aladin (Atmospheric Laser Doppler INstrument), costruito negli stabilimenti di Leonardo a Campi Bisenzio e Pomezia.

 

 

Nel monitor più a sinistra il picco indica l'ultimo segnale inviato al satellite, per l'impatto con l'atmosfera (fonte: Esa)

 

Dopo aver funzionato un anno e mezzo oltre la vita operativa prevista, il satellite stava esaurendo il propellente che gli avrebbe consentito di mantenersi stabile sulla sua orbita e di conseguenza avrebbe cominciato progressivamente a perdere quota, cadendo verso la Terra. L'Esa ha pensato così di utilizzare il propellente ancora disponibile per guidare il rientro di Aeolus in modo sicuro, portandolo dalla quota di 320 chilometri fino a 120 chilometri, dopodiché il veicolo di sarebbe distrutto nell'impatto con l'atmosfera e, secondo il programma, gli eventuali detriti sopravvissuti all'impatto sarebbero dovuti cadere nell'oceano Atlantico.

Sebbene oggi i satelliti siano progettati in modo da ridurre al minimo i rischi del loro rientro a Terra, Aeolus era stati progettato alla fine degli anni '90, quando non c'erano ancora regolamenti in questo senso, osserva l'Esa. L'Agenzia Spaziale Europea ha perciò preferito evitare un rientro incontrollato, guidando il satellite nell'ultima fase della sua missione. "Sono state manovre complesse ed Aeolus non era stato progettato per sostenerle", dice il direttore delle operazioni di rientro, Rolf Densing. C'era infatti, aggiunge, "la possibilità che questo primo tentativo di rientro assistito non avrebbe potuto funzionare". È stata un'esperienza utile anche per il futuro: "Abbiamo imparato molto da questo successo e potremo utilizzare lo stesso approccio per altri satelliti giunti alla fine della loro vita operativa, lanciati prima che fossero in vigore le attuali misure di smaltimento".

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