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Il caldo risveglia le api in anticipo, 7 giorni per 1 grado in più

Il caldo sta facendo risvegliare le api selvatiche troppo presto dal letargo: 1 settimana circa di anticipo, 6,5 giorni in media per l’esattezza, per ogni grado in più di aumento della temperatura. Questo pone in serio pericolo la sincronizzazione con la fioritura delle piante da cui dipendono: ciò vuol dire meno cibo da consumare per gli insetti e meno energia per impollinare le colture come mele e pere. Lo afferma uno studio, ritenuto il più grande di questo genere mai condotto nel Regno Unito, pubblicato sulla rivista Ecology and Evolution e guidato dall’Università britannica di Reading, che ha esaminato 88 specie diverse nell’arco di 40 anni.
'Api selvatiche' è un termine impropriamente usato per denotare tutte le specie di insetti appartenenti alla famiglia degli Apidae, escludendo l'Apis mellifera, la cosiddetta ape domestica da miele. Secondo i dati raccolti dai ricercatori, guidati da Chris Wyver, specie diverse di api selvatiche rispondono in modo diverso al cambiamento di temperatura: in media, le 88 specie emergono 4 giorni prima per ogni decennio.
“Coordinare le date del risveglio con quelle della fioritura delle piante è vitale per le api appena emerse dal letargo, perché hanno bisogno di trovare polline e nettare per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza e riprodursi”, spiega Wyver. “Una mancata sincronizzazione significa che le api non possono impollinare in modo efficace, e una minore impollinazione naturale potrebbe portare gli agricoltori a dover utilizzare api domestiche. Ciò significa maggiori costi – continua il ricercatore – che potrebbero essere trasferiti sui consumatori: potremmo vedere mele, pere e verdure ancora più costose nei supermercati”.

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