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Servono più competenze sui computer quantistici

I computer quantistici stanno arrivando ma l’Europa e l’Italia sono già indietro, è urgente puntare subito in formazione di futuri ricercatori e tecnici e pensare sin da adesso a implementare le nuove tecniche per la sicurezza informatica con la crittografia quantistica. A dirlo è stato Andrea Corbelli, Quantum ambassador di Ibm, in occasione della prima giornata dell'evento Converging Skills, organizzato dall'Università di Pisa.“Lo sviluppo dei computer quantistici sta procedendo – ha detto Corbelli – e i primi che riusciranno ad averli avranno un grande vantaggio competitivo su tutti gli altri”. Nonostante alcuni importanti passi in avanti i computer quantistici non sono ancora in grado di competere con i migliori supercomputer ma la ricerca sta facendo rapidi progressi e nel giro di pochi anni si punta ad avere una nuova tipologia di macchine capaci di svolgere operazioni semplicemente impossibili per i computer tradizionali, come il poter simulare quel che avviene in reazioni chimiche complesse oppure aprire qualsiasi protocollo di cifratura informatica usata finora.

“Finora si è parlato di investire in competenze digitali, c’è una grande necessità di esperti del settore, ma ora si aggiunge l’urgenza di avere tanti giovani esperti anche di tecnologie quantistiche”, ha detto Corbelli a margine dell’evento organizzato dall’Università di Pisa per discutere sulle necessità per facilitare il percorso che dalla ricerca scientifica porta a prodotti e servizi concreti. Programmare nel mondo quantistico prevede linguaggi e logiche completamente diverse da quelle del digitale: “servono persone formate, ma la formazione richiede tempo, serve agire adesso per non restare troppo indietro”, ha aggiunto. A questa urgenza si somma anche la necessità sin da subito di investire anche in più avanzati protocolli di sicurezza perché in breve tempo, probabilmente 5 o 10 anni, i computer quantistici potrebbero essere capaci di violare qualsiasi crittografia classica.

“E’ miope pensare che il problema ci sarà solo tra qualche anno, c’è già ora – ha concluso – basti pensare ai progetti di una centrale nucleare o una nave, oggetti o strutture che restano innovativi per decenni oppure ancora dati sanitari che restano validi per decenni. Mi potrà bastare avere i file oggi, che ancona sono impossibili da decriptare, e attendere qualche anno per poterli poi aprire. Il loro valore strategico durerà per anni a venire, serve proteggerli pensando al futuro”.

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