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Marte, il rover Curiosity cattura i suoi primi raggi di Sole

Il rover Curiosity della Nasa, su Marte dal 2012, ha catturato i suoi primi raggi di Sole durante uno dei cupi tramonti che caratterizzano il Pianeta Rosso: è la prima volta che i raggi della nostra stella si fanno vedere così chiaramente su questo vicino di casa della Terra, splendendo attraverso la coltre di nuvole. L’immagine è stata scattata il 2 febbraio scorso, durante la nuova campagna di studio che ha come missione principale l’osservazione delle cosiddette ‘nubi nottilucenti’: un fenomeno atmosferico presente anche sul nostro pianeta e visibile solo a crepuscolo inoltrato, quando le nuvole presenti alle altitudini più elevate vengono illuminate dalla luce del Sole che si trova sotto l’orizzonte.
Mentre la maggior parte delle nuvole marziane si librano a non più di 60 chilometri dal suolo e sono composte da acqua ghiacciata, quelle delle ultime immagini sembrano trovarsi ad un'altitudine più elevata, dove fa particolarmente freddo. Ciò suggerisce che queste nubi siano fatte di ghiaccio secco, cioè anidride carbonica allo stato solido.
 
Curiosity ha fotografato anche una serie di nuvole iridescenti a forma di piuma (fonte: NASA/JPL-Caltech/MSSS)

Curiosity ha iniziato il suo studio delle nubi nel 2021, ma a partire da gennaio di quest’anno ha cominciato a servirsi anche della sua fotocamera a colori, che permette di vedere meglio, rispetto a quella in bianco e nero, come le nuvole cambiano e si muovono nel corso del tempo. Le osservazioni, che proseguiranno fino a metà marzo, forniranno informazioni cruciali per comprendere le condizioni meteorologiche del pianeta.
 Oltre ai raggi del Sole, il rover della Nasa ha fotografato anche una serie di nuvole iridescenti a forma di piuma. “Quando le nubi diventano iridescenti, vuol dire che le dimensioni delle particelle che le compongono sono tutte identiche tra loro”, spiega Mark Lemmon, dell’Istituto americano per la scienza spaziale di Boulder, Colorado. “Osservando le transizioni di colore possiamo capire come le nubi evolvono e cambiano dimensione”.

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