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Covid: Parisi, 'assurdo ridurre l'obbligo della mascherina'

"E' assurdo che nell'incontro fra governo e parti sociali si sia ridotto l'obbligo della mascherina: non è sensato ridurre le protezioni sanitarie in un momento in cui l'epidemia di Covid-19 sta aumentando in modo esponenziale". Lo ha detto all'ANSA il Nobel Giorgio Parisi, riferendosi alla decisione presa il 30 giugno nel Protocollo di aggiornamento delle misure anti-Covid negli ambienti di lavoro e reso noto dal ministero del Lavoro dopo il confronto con i ministeri di Salute e Sviluppo economico, Inail e parti sociali.

"In un Paese come il nostro le raccomandazioni lasciano il tempo che trovano e sono abbastanza inutili", osserva Parisi riferendosi ancora alla scelta di raccomandare, nella maggior parte dei casi, l'uso delle mascherine. Queste ultime, osserva, "sono importanti per evitare la crescita esponenziale dei casi e per mettere in sicurezza persone fragili, che non si possono chiudere in casa e che hanno comunque diritto a potersi muovere". Soprattutto in situazioni in cui c'è una circolazione del virus elevata, "le mascherine dovrebbero essere obbligatorie. I vincoli - ha aggiunto - possono essere allentati quando c'è una discesa della curva epidemica".
Quanto alla necessità di garantire il movimento, vitale per l'economia, secondo Parisi "indossare la mascherina non cambia molto ai fini dell'economia. Capisco - ha aggiunto - che sia importante non prendere provvedimenti che danneggino l'economia, ma va anche considerato che con un milione di persone a casa perché malate l'economia un po' si danneggerebbe comunque. In sostanza, se l'uso diffuso della mascherina potrebbe dare fastidio, verrebbe compensato da un minore numero di casi e ricoveri".

L'epidemia di Covid-19 in Italia è entrata in una "zona di chiaro aumento esponenziale solido e costante da quasi due settimane", ha affermato Parisi, che sta seguendo l'andamento della pandemia fin dagli inizi. "Ci troviamo in una situazione seria, nella quale i casi raddoppiano in poco più di dieci giorni e cominciano ad avere effetti anche sui ricoveri, che fra 10 giorni potranno superare i 10.000 nei reparti ordinari, mentre gli ingressi nelle terapie intensive sono raddoppiati rispetto a un mese fa". E' possibile quindi, che gli ospedali possano tornare "in una situazione di sofferenza".

In questo momento, ha osservato Parisi, "non è possibile capire quanti siano i casi reali perché in molti fanno il test a casa e non figurano quindi nelle statistiche"; a questi, si sommano i casi asintomatici, che "nessuno è in grado di stimare quanti siano davvero". Come indicano alcune stime, è possibile che i casi reali siano più numerosi di un fattore 2 o 3, vale a dire che potrebbero essere fra 200.000 o 300.000 al giorno, osserva il Nobel. E' difficile, di conseguenza, riuscire a prevedere l'andamento dell'epidemia: "se la crescita dovesse continuare con questo ritmo, a fine luglio potremmo avere fino a 3 milioni di casi al giorno, dopodiché la crescita dovrà rallentare. Il problema - rileva - è quanto in alto potrà fermarsi".
A preoccupare, infine, è il persistere dei sintomi per lunghi periodi in alcune persone, il cosiddetto Long Covid,e secondo Parisi "la circolazione elevata del virus potrà portare anche all'aumento dei casi di Long Covid".

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