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L’ospedale del futuro è in un ago, grazie al progetto italiano Nanocan

L’ospedale del futuro sarà in un ago: lo sta mettendo a punto il progetto italiano Nanocan (Nanofotonica per la lotta contro il cancro), costruendo un dispositivo in grado di combinare contemporaneamente diagnosi e terapia nell’ambito della lotta ai tumori, grazie a fibre ottiche integrate in aghi medicali. Lo strumento finale sarà pronto entro pochi anni, ma sono già state depositate due domande internazionali di brevetto per lo sviluppo di due piattaforme diagnostiche e di una terapeutica, che sono state anche testate con successo in laboratorio nel trattamento del tumore al fegato e al seno.
 Alla guida del progetto Nanocan è il Centro Regionale Information Communication Technology (Cerict) di Napoli, che si è occupato del coordinamento scientifico delle realtà coinvolte: il Polo di Optoelettronica e Nanofotonica, l’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (Ipcb) e quello di Biostrutture e Bioimmagini (Ibb) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Università del Sannio e l’Istituto Nazionale Tumori ‘Fondazione G. Pascale’. A queste si è aggiunta come partner tecnico Teoresi, società internazionale di servizi di ingegneria nata a Torino.
“Stiamo trasformando un capello di vetro in un laboratorio diagnostico, uno strumento avanzato che può dare ai medici informazioni importantissime”, dichiara Andrea Cusano, docente all’Università del Sannio e coordinatore del Cerict. “Nanocan è una rivoluzione tecnologica che ci fa compiere un passo in avanti verso la medicina di precisione – aggiunge – dove il paziente non è più un’entità astratta ma un individuo unico su cui personalizzare diagnostica e terapia”. Il gruppo che lavora al progetto è fortemente multidisciplinare e l’incontro tra ricerca accademica e industriale fa sì che i dispositivi verranno sviluppati tenendo presente la loro applicazione in scenari di reale interesse e le esigenze del mercato.

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