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Un drone con il naso elettronico controlla le emissioni dei depuratori

Sviluppato un naso elettronico portatile con una sensibilità paragonabile a quella del naso umano nel percepire i cattivi odori emessi dagli impianti di trattamento delle acque reflue: montato su un drone, misura in volo la concentrazione delle diverse molecole odorose, ne predice l’intensità percepita dalle persone e produce una mappa in tempo reale per la gestione e la manutenzione dell’impianto, tutto grazie all’intelligenza artificiale. I risultati della sperimentazione sono pubblicati sulla rivista iScience dai ricercatori dell’Istituto di bioingegneria della Catalogna e dell’Università di Barcellona.

“Il nostro lavoro potrebbe avere implicazioni anche per altre strutture come discariche di rifiuti, impianti di compostaggio o grandi aziende agricole con bovini e suini noti per la loro produzione di cattivi odori”, spiega il coordinatore dello studio Santiago Marco, dell’Istituto di bioingegneria della Catalogna. “Vivo a due chilometri da un depuratore e di tanto in tanto non si può neppure aprire la finestra per colpa dei terribili odori. Non bisogna sottovalutare l’impatto sulla qualità di vita di chi abita vicino a questi impianti, ci sono anche conseguenze fisiche e psicologiche dell’essere esposti a cattivi odori”.

Per permetterne il monitoraggio, i ricercatori hanno addestrato un naso elettronico portatile (che pesa 1,3 chilogrammi) a riconoscere sostanze chimiche odorose come ammoniaca, acido solfidrico e anidride solforosa; poi hanno equipaggiato lo strumento con un sensore per l’anidride carbonica, una ‘spia’ dell’attività batterica. Nei test di laboratorio, il naso elettronico ha dimostrato performance simili a quelle del naso umano. Una volta attaccato al drone, ha sorvolato un impianto di depurazione spagnolo per sei mesi, analizzando l’aria prelevata tramite un tubo lungo dieci metri. I risultati dei test sul campo dimostrano che le misure fatte dal naso elettronico in 10 casi su 13 sono in linea con quelle fatte da esperti in carne e ossa. Grazie all’intelligenza artificiale, queste rilevazioni hanno permesso di creare una mappa spazio-temporale della concentrazione degli odori prevedendone per la prima volta l’intensità.

 

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