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Robot e AI tra le frontiere da esplorare nei Leonardo Lab

Rendere i robot più autonomi ed ottenere Intelligenze Artificiali con un certificato di 'affidabilità', sono 2 delle frontiere tecnologiche a cui si lavora nei Leonardo Lab, la serie di laboratori di ricerca applicata sviluppati da Leonardo come acceleratori della digitalizzazione per l'industria e presentati a Genova.

"Il supercalcolo, grazie in particolare a Davinci-1, è la spina dorsale di tutte le nostre unità di ricerca", ha spiegato Alessandro Massa, Responsabile dei Leonardo Lab in occasione della presentazione dei 3 laboratori presenti a Genova. Ad alimentare i 10 laboratori di ricerca sparsi in tutta Italia, di cui uno negli Usa, sulle varie frontiere tecnologiche sono soprattutto le potenzialità offerte dal supercalcolo in tutte le sue forme, sia nella programmazione standard che in quella in forma 'intelligente'.

Tra i tanti settori c'è quello della robotica, come nel joint lab sviluppato con l'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit): "uno degli obiettivi - ha spiegato Massa - è incrementare l'autonomia dei robot, renderli sempre più indipendenti dall'operatore e arrivare a ottenere macchine con capacità di ragionamento. Oggi siamo in grado di avere macchine con altissime prestazioni ma solo in ambiti molto specifici, la cosiddetta IA 'narrow'". Obiettivo adesso è quello di un salto generazionale con "IA più simili all'uomo, capaci di ragionare in forma induttiva e associare concetti".

Altra frontiera è quella di rendere 'certificabili' le IA: "per applicarle in contesti ad alte prestazioni o a rischio. Se ad esempio voglio affidargli il controllo di un aereo dovrò poter prima di tutto 'validare' il software. Il problema è che per loro stessa definizione le IA non hanno comportamenti espliciti perché imparano dai dati". La domanda a cui si cerca risposta è: posso realmente affidarmi a un software che non è predeterminato ma impara e si adegua alle circostanze? In altre parole, rendere 'trasparente' quel che avviene all'interno dell'algoritmo oggi invece spesso incomprensibile, il cosiddetto problema della black box. "Riuscire a dare questa risposta è difficilissimo - ha aggiunto Massa - è qualcosa di analogo al poter dimostrare come si comporterà una persona davanti a un evento per cui è stata addestrata. Non facile ma la direzione in cui dobbiamo andare è obbligatoriamente questa".

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