Combinare le analisi genetiche e climatiche con la conoscenza tradizionale dei contadini locali: è il 3D-breeding, un approccio che ha permesso di raddoppiare laccuratezza della selezione di piante più adatte al clima. E il frutto del lavoro fatto in questi anni da un gruppo di ricerca internazionale guidato da Matteo DellAcqua della Scuola Superiore SantAnna di Pisa e pubblicato su Communications Biology.
Il lavoro dei ricercatori ha coinvolto 1.165 agricoltori degli altipiani dellEtiopia, un luogo unico per diversità biologica, di culture e metodi di coltivazione, dal cui confronto si è cercato di individuare le migliori varietà di grano per le specificità delle varie aree. Un approccio definito con il termine di 3D-breeding che si incentra sullanalisi dei dati ottenuti dalla coltivazione di piccoli appezzamenti di 4 differenti varietà di grano tra centinaia possibili. Alla fine della stagione di coltivazione, a ogni contadino e a ogni contadina è richiesta una valutazione delle quattro varietà che ha coltivato.
Questi agricoltori di sussistenza ha detto DellAcqua sono dei veri e propri scienziati, che di stagione in stagione sperimentano e scelgono i grani più adatti alla loro terra. La loro competenza e la loro conoscenza è una enorme risorsa per gli approcci rigorosi volti a migliorare la sostenibilità e ladattamento ai cambiamenti climatici. Le valutazioni combinate con dati genomici e climatici per identificare le migliori varietà hanno permesso di raddoppiare laccuratezza di questa selezione. Lagricoltura è fatta anche di cultura ha concluso il genetista e i moderni metodi di indagine scientifica, tra cui il sequenziamento del Dna delle colture, ci permettono di valorizzare il contributo degli agricoltori tradizionali nella conservazione e promozione della diversità per sistemi agricoli produttivi e più resistenti.
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