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Covid, tanti i modi per calcolare l'indice Rt

Dal numero dei casi positivi sintomatici al rapporto fra casi e tamponi, fino agli ingressi nelle terapie intensive: esistono più modi per calcolare l'indice di contagio Rt e la sfida è scegliere il più efficace nel seguire il corso dell'epidemia nei prossimi mesi. "Un tema, questo, sul quale dovrebbe esprimersi il Comitato tecnico-scientifico", ha detto all'ANSA il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook 'Coronavirus-Dati e analisi scientifiche' e del network di comunicazione della scienza 'giorgiosestili.it'.

Il valore attribuito a Rt indica il numero di persone che possono essere contagiate da un individuo che ha l'infezione e il suo calcolo si basa sempre sul rapporto fra i valori di una settimana e quelli della settimana precedente. Se il valore dell'ultima settimana è maggiore rispetto a quello della settimana precedente è maggiore, allora l'Rt è sopra 1, se stabile è 1 e se cala è minore di 1.

Il criterio adottato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) per calcolare Rt si basa sul conteggio dei casi positivi sintomatici e li confronta con quelli della settimana precedente. Per garantire una maggiore accuratezza del dato, il confronto viene fatto fra i dati della penultima settimana con quelli della terz'ultima settimana. Di qui il problema del ritardo con cui il dato viene fornito, al quale si aggiunge quello delle oscillazioni nel numero dei tamponi eseguiti. "Che questo non fosse un criterio soddisfacente lo ha detto chiunque e in tanti - ha rilevato Sestili - hanno più volte sottolineato il ritardo con il quale il dato viene prodotto".

Per risolvere il problema sono stati messi a punto modelli alternativi.

C'è chi misura il rapporto fra i casi positivi e i tamponi, dal quale si deduce l'indice di positività, e poi confronta questo valore con quello della settimana precedente. Questa tecnica, sulla quale si basa il Covindex, offre il vantaggio di dare un valore più aggiornato e che non risente dei tamponi.

Un'altra tecnica calcola il rapporto fra gli ingressi in terapia intensiva di una settimana con quelli della settimana precedente. Anche questo metodo fornisce un dato accurato e che non risente delle oscillazioni dovute ai tamponi, ed è quello utilizzato dal fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento. "Questo metodo potrebbe essere più conveniente per le Regioni in quanto le vaccinazioni degli anziani riducono gli ingressi nelle terapie intensive: di conseguenza l'Rt potrebbe restare basso anche a fronte di un aumento contagi", ha osservato Sestili. "Nessun metodo è infallibile - ha aggiunto - e la sfida è capire quale sia il più efficace per monitorare l'epidemia nei prossimi mesi, piuttosto che il più comodo per restare aperti".

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