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Messico, conservato in 50 anni il Dna delle sementi tradizionali di mais

In mezzo secolo le sementi tradizionali di mais del Messico hanno conservato le loro caratteristiche genetiche, pur riuscendo ad adattarsi a un ambiente che ha subito grandi cambiamenti. Lo indicano le sequenze del Dna ottenute grazie alla ricerca italiana, condotta dall' dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e pubblicata sulla rivista Heredity. "Il sequenziamento genomico delle colture in combinazione con la conoscenza tradizionale degli agricoltori è la chiave per arrivare a coltivazioni più sostenibili", osserva il coordinatore dello studio, coordinatore Matteo dell'Acqua.


A confronto le varietà di mais ancho del 1967 e del 2017 (fonte: Ufficio stampa della Scuola Superiore Sant'Anna)

"I moderni metodi di indagine scientifica, tra cui il sequenziamento del Dna, ci permettono - prosegue - di valorizzare il contributo dei piccoli agricoltori nella conservazione e promozione della diversità per sistemi agricoli più resistenti e più resilienti nei confronti del cambiamento climatico".

Dopo l'Africa e l'Etiopia, il gruppo di ricerca italiano ha dimostrato anche in Messico che genetica e agricoltura tradizionale possono collaborare in modo proficuo. Nello studio appena pubblicato sono state studiate le varietà di mais ancho, coltivate nello stato di Morelos, a partire da quelle degli anni '70, conservati nei frigo del Centro di Ricerca Internazionale di Miglioramento del Mais e del Frumento (Cimmyt).


La varietà di mais ancho del 2017 (fonte: Ufficio stampa della Scuola Superiore Sant'Anna)

A distanza di 50 anni i genetisti hanno rintracciato le stesse famiglie di agricoltori che avevano donato i semi originali e hanno chiesto loro di valutare il mais che oggi coltivano, per verificare i cambiamenti. Il confronto genetico dei semi indica che, nonostante grandi cambiamenti sociali avvenuti in Messico dagli anni '70, gli agricoltori sono riusciti a preservare l'unicità e le caratteristiche del mais tradizionale.


La varietà di mais ancho del 1967 (fonte: Ufficio stampa della Scuola Superiore Sant'Anna)

Eppure nel frattempo il mais "ha accumulato adattamenti genetici che la rendono appropriata alle attuali condizioni di coltivazione locali", osserva dell'Acqua. Per la prima autrice dello studio, Denisse McLean-Rodríguez, "l'interazione con le comunità di agricoltori tradizionali è la strada maestra per comprendere come meglio conservare l'agrobiodiversità in un mondo che cambia con grande rapidità"

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