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I Big Data aiutano ad esplorare la parte oscura del Dna

I Big Data aiutano ad esplorare la parte ancora oscura del Dna: è stato sviluppato un kit di strumenti informatici, chiamato "GeneBridge" e basato su un algoritmo, in grado di identificare le funzioni di geni sconosciuti, per fornire un'arma alla medicina di precisione I Big Data aiutano ad esplorare la parte ancora oscura del Dna: è stato sviluppato un kit di strumenti informatici, chiamato "GeneBridge" e basato su un algoritmo, in grado di identificare rapidamente centinaia di migliaia di funzioni di geni sconosciuti, per fornire un'arma alla medicina di precisione.

Descritto sulla rivista Genome Research, il sistema è stato sviluppato dai ricercatori del Politecnico di Losanna (Epfl), guidati da Johan Auwerx. "La maggior parte della ricerca genetica è ampiamente influenzata dalle nostre precedenti conoscenze, pertanto molti geni potenzialmente importanti vengono ignorati", rileva Auwerx.

I ricercatori si sono concentrati sul cosiddetto "genoma oscuro", la porzione di Dna che sembra non avere funzioni e che costituisce ben il 95% della molecola della vita. Per analizzare le funzioni di questi geni sconosciuti nei quali potrebbe nascondersi la causa di moltissime malattie ereditarie, i ricercatori hanno sviluppato un approccio basato sulla genetica dei sistemi.

In pratica "geni con funzioni simili tendono ad avere schemi di espressione simili", spiega il primo autore della ricerca Hao Li. Partendo da questa considerazione i ricercatori hanno utilizzato GeneBridge per "prevedere la funzione di geni sconosciuti, imparando da quelli noti". I ricercatori hanno raccolto dati sull'espressione genica di oltre 300.000 campioni di Dna di sei specie diverse.

Quindi li hanno usati per sviluppare "GeneBridge" e lo hanno utilizzato per identificare centinaia di migliaia di nuove funzioni di geni, molte delle quali sono state verificate dal gruppo Auwerx e da altri gruppi di ricerca. Il sistema è disponibile online sulla piattaforma systems-genetics.org. "Questa risorsa - osserva Auwerx - migliorerà senza dubbio la nostra conoscenza del genoma oscuro e promuoverà lo sviluppo della medicina di precisione".

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