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Il Dna progettato al computer diventa longevo

Nuovo traguardo della biologia sintetica: sono diventati molto più 'longevi' i circuiti genetici progettati al computer, ossia i frammenti di Dna progettati per ottenere batteri capaci di produrre farmaci, scomporre elementi chimici e funzionare da sensori ambientali. A permetterlo la nuova tecnica messa punto nell'Università della California a San Diego e pubblicata sulla rivista Science. 

Molti dei circuiti che i biologi sintetici innestano nei batteri infatti si rompono o svaniscono dopo pochissimo tempo, di solito qualche giorno, a causa di mutazioni. Per mettere fine a questa instabilità il gruppo guidato da Jeff Hasty ha sostituito i circuiti genetici in modo da azzerare le mutazioni, continuando a tenere il circuito in funzione.

"Il nostro obiettivo, come biologi sintetici, è sviluppare circuiti genetici che ci permettano di usare microorganismi per molte applicazioni. Finora però quelli usati non ce la facevano a causa dell'evolversi di mutazioni", commenta Michael Liao, primo autore dello studio. "Noi abbiamo dimostrato di poter tenere a bada le mutazioni, trovando un modo per azzerarle".

La tecnica si basa sull'uso di tre ceppi del batterio Escherichia coli, che funzionano un po' come il gioco sasso-carta-forbice: il ceppo 'sasso' ha la meglio su quello delle 'forbici', ma perde contro la 'carta. Se questa tecnica riuscirà ad essere ottimizzato per essere trasferito all'interno di organismi viventi, le applicazioni potrebbero essere numerose: dalla produzione di farmaci anticancro, di proteine e di composti chimici.

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