Le inafferrabili particelle che costituiscono la materia oscura, che secondo gli attuali modelli cosmologici forma circa un quarto delluniverso, potrebbero essere esistite prima del Big Bang, lalba del cosmo. Lo indica il modello matematico messo a punto dal fisico Tommi Tenkanen, dellUniversità americana Johns Hopkins, pubblicato sulla rivista Physical Review Letters. La teoria, ancora priva di conferme sperimentali, potrebbe essere messa alla prova dal futuro telescopio spaziale Euclid dellAgenzia Spaziale Europea (Esa), il cui lancio è previsto nel 2022, che fornirà una mappa aggiornata del cosmo.
Come fanno a esistere particelle prima del Big Bang, che per definizione è lo stato di vuoto perfetto, dove tutto è pura energia e non ci sono particelle?, sottolinea allANSA il fisico Salvatore Capozziello, che insegna cosmologia e Relatività Generale allUniversità Federico II di Napoli, ed è associato allIstituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
La natura della materia oscura è uno dei problemi irrisolti nella nostra comprensione delluniverso. La sua esistenza è fondamentale per spiegare la formazione e distribuzione delle galassie, ma al momento gli esperimenti che danno la caccia alle particelle di cui sarebbe formata, come Xenon1T, nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (Lngs) dellInfn, non sono riusciti a trovarne i costituenti.
Una spiegazione - rilevaCapozziello - è che la materia oscura in realtà non sia formata da particelle, ma rappresenti piuttosto un effetto gravitazionale su larga scala. Effetto che potrebbe essere spiegato con estensioni della Teoria della Relatività generale di Einstein.
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